In genere, le diverse caratteristiche pedoclimatiche degli areali produttivi – in questo caso, campani – possono sì essere testate e apprezzate degustando i vini delle loro aziende, ma per rendersi conto delle loro peculiarità il modo più completo resta sicuramente l’esplorazione diretta. È in quest’ottica che si colloca la mia visita alla Vestini Campagnano & Poderi Foglia (due aziende separate ma di proprietà delle stesse famiglie: Barletta, Quaranta e Foglia), situate una sulle dolci colline caiatine che guardano verso la valle del Volturno e l’altra più a nord, sulle pendici del vulcano spento di Roccamonfina. Entrambi i territori sono vocati alla viticoltura, favorita da buona ventilazione e luminosità.

I terreni arenarei, argillosi e calcarei della prima azienda, la Vestini Campagnano, sono ubicati nel comune di Caiazzo e sono dedicati ai vitigni autoctoni Pallagrello Bianco, Pallagrello Nero e Casavecchia. Qui le arenarie caiatine di origine miocenica, con presenza di fossili marini e sabbie mescolati ad argilla, permettono alle radici di svilupparsi a fondo per trovare tutti i nutrimenti necessari: una condizione privilegiata su cui si è potuto costruire questo terroir unico, completato da altri elementi naturali (composizione del terreno e clima), dalla scelta dei vitigni, dalle tradizioni viticole ed enologiche dei produttori e dalla loro passione.

Vestini Campagnano & Poderi Foglia – molto legati al valore delle tradizioni e quindi ai vitigni autoctoni – hanno deciso di recuperare la coltivazione di queste uve e di riprodurre i vini del passato, già apprezzati fin dalla corte dei Borbone. Fu infatti proprio Re Ferdinando I di Borbone, grande appassionato di cibo e di vino, che tra i filari delle uve più pregiate del regno – cioè nella Vigna del Ventaglio di San Leucio, a ridosso della Reggia di Caserta – volle che fossero coltivati il Pallagrello Bianco e il Pallagrello Nero.

La meta della nostra visita è la sede aziendale, che si trova a Conca della Campania, nell’areale della DOC Galluccio, dove i vini escono con l’etichetta Poderi Foglia. I suoli di queste colline sono caratterizzati da depositi lavici, risultanti delle eruzioni piroplastiche del vulcano di Roccamonfina, che hanno apportato una ricchezza di elementi che fanno catalogare il terreno come argilloso-calcareo e argilloso-sabbioso, adatto alla coltivazione di Aglianico e Falanghina, oltre a Pallagrello Nero e Pallagrello Bianco.

La ricca e piacevole degustazione – accompagnata da salumi e formaggi locali, oltre che da un gustosissimo primo piatto tradizionale – inizia con due vini da viti “maritate” (cioè maritate ai pioppi, perché crescono abbarbicate ai pioppi fino a raggiungere i 15 metri di altezza, con lavorazioni e vendemmie realmente acrobatiche), con uve acquisite da vignaioli vicini: prima un Vino Spumante Brut Asprinio (100% Asprinio, metodo Charmat) e poi un Terre del Volturno IGT Asprinio 2020 (100% Asprinio d’Aversa), entrambi prodotti da Vestini Campagnano nella frazione San Giovanni e Paolo, nel Comune di Caiazzo, e caratterizzati da freschezza e sapidità, immancabili in uve allevate a queste distanze sal suolo.

Si prosegue poi con altri tre vini monovarietali prodotti a Caiazzo. Prima un Terre del Volturno IGT Pallagrello Bianco 2020, con un sorso invitante, fruttato e sapido; poi il primo vino rosso, un Terre del Volturno IGT Pallagrello Nero 2019 complesso e strutturato, con tannini non troppo aggressivi e un bel finale persistente; quindi un Casavecchia di Pontelatone DOC Riserva Casa Vecchia 2017 (premiato al Merano WineFestival 2021 con il prestigioso The WineHunter Award Platinum), al quale un lungo affinamento in barrique e in bottiglia dona un gran bel carattere, piacevoli note speziate e tipicità.

La degustazione si conclude con un Galluccio DOC ConcaRossa Riserva 2018 (85% Aglianico, 15% Pallagrello Nero), prodotto da Poderi Foglia a Conca della Campania, un vino in cui frutto e mineralità, freschezza e una certa morbidezza creano un piacevolissimo equilibrio.

Devo ringraziare l’ Avv. Luigi Barletta per l’accoglienza, la disponibilità e la generosità. I suoi racconti hanno confermato e messo ancor di più in risalto la bellezza e il valore che ogni scoperta di luoghi vitivinicoli porta con sé: natura, storia, tradizione, cultura, passione, lavoro. E persone speciali.