Visitare un’azienda vitivinicola è sempre un’occasione unica per addentrarsi nel cuore di un territorio, scoprirne la storia, conoscere i piccoli borghi e lasciarsi trasportare dal fascino – mai uguale – di un paesaggio vitato. Impossibile, in Toscana, sottrarsi all’incantesimo del paesaggio chiantigiano: vigneti, uliveti, boschi, ville, casali e castelli sono tutti piccoli angoli di paradiso.

Se poi si ha anche la fortuna di una giornata splendida, una visita può diventare quasi una festa. Ci è accaduto all’Azienda Agricola Marzocco di Poppiano di Montespertoli (Firenze), sulla collina di Poppiano (300 metri di altitudine), uno splendido insediamento medievale con un maestoso castello.

L’azienda possiede 70 ettari di terreno sul crinale della collina che guarda verso San Casciano in Val di Pesa: 8 ettari sono occupati da uliveti e 35 destinati alla viticoltura, su suoli composti da galestro e alberese, coltivati con quattro cloni di Sangiovese, un particolare clone di Canaiolo degli anni ’50 e poi Trebbiano Toscano, Malvasia Lunga del Chianti e gli internazionali Cabernet Sauvignon e Merlot. Inoltre, il progetto di Roberta Chini e di suo marito Maurizio Mazzantini si è arricchito di recente dell’idea di produrre anche un vino bianco dai nuovi impianti di Vermentino e Viognier, per allargare la gamma dei vini.

Nel raccontare la loro storia, Roberta precisa che i suoi genitori acquistarono i poderi Marzocco, Pretale e La Massa dalla famiglia Guicciardini nel 1975, ma è solo dal 2014 che l’azienda si è dedicata anche all’imbottigliamento, dopo aver provveduto a un’attenta zonizzazione dei terreni, al censimento dei cloni aziendali e a una particolare selezione massale dedicata al Canaiolo, al fine di preservarne certe caratteristiche uniche.

La seconda generazione aziendale – rappresentata appunto da Roberta e Maurizio – si mostra attiva e vivace nella progettualità futura, basata su storia, ricerca e innovazione, che sono i cardini principali del loro operato e che si riscontra perfettamente nei vini prodotti.

Dopo una lunga passeggiata nei vigneti – allungando lo sguardo sulla perfetta armonia delle parcelle vitate confinanti con la parte boschiva e seminativa, intervallate anche da diverse cultivar di olivi – la visita continua negli ambienti destinati alla vinificazione e alla barricaia, fino a concludersi con una degna degustazione, che permette di approfondire le mie conoscenze sui vini del territorio e anche sull’olio. 

Iniziamo col Chianti Colli Fiorentini DOCG 2019, di grande bevibilità, fresco e con un gusto pieno di frutti rossi. Assaggiamo poi tre annate del Chianti DOCG Riserva, caratterizzate da intensità di frutto maturo, quasi in confettura, ben integrato con il legno e piacevoli speziature. Seguono le annate 2015 e 2016 del Toscana Rosso Pretale, che regalano entrambe un sorso pieno e maturo, note profonde di frutti scuri, speziature dolci e buon tannino, con una dinamicità leggermente più viva nella 2016. Infine, le stesse due annate del Toscana Rosso Vigna del Leone, ricche di sentori di macchia mediterranea, sottobosco, piccoli frutti neri, note speziate e balsamiche e tannino perfetto su una buona acidità fruttata.

Con Roberta si parla armoniosamente di ogni passaggio lavorativo, dalla selezione dei grappoli alla diraspatura, alla cernita degli acini, alla vinificazione, all’imbottigliamento… Tutte attività che richiedono mesi di cure costanti e meticolose, affinché i vini risultino perfetti già per l’accompagnamento quotidiano, ma anche perché sappiano migliorarsi continuamente e stupire nel tempo. Ovviamente anche gli assaggi di olio sono di altissimo livello e le fette di pane su cui sono state versate quelle preziose gocce dorate si sentono privilegiate. Come noi.

Immaginate poi quanto tutta questa bellezza si amplifichi quando il sole decide di tramontare su un tale paesaggio… La luce più tenue regala colori pastello caldi e intensi ed è magico vedere scomparire il sole dietro il castello di Poppiano e le colline. 

Grazie, Roberta, per questa indimenticabile esperienza.