Questa è la storia di un territorio e dei suoi uomini, che nel corso di cento anni hanno saputo prodigarsi con audacia per ridare vita a vigneti distrutti soprattutto da quel devastante insetto proveniente dall’America chiamato fillossera.

Fanno parte dei produttori del Ticino: il contabile, il chimico, l’architetto, l’ingegnere, il bancario. Persone con vite e strade differenti, accomunate da una dedizione vera per la propria terra e da una grande passione per il vino. La vite rappresenta qui una fonte economica molto importante, con una produzione annua che si aggira intorno ai 6 milioni di bottiglie.

Il Ticino è il Cantone più meridionale della Svizzera e la vite è presente in tutti i suoi distretti (circa 1100 ettari), in cui sono coltivate diverse varietà: i bianchi Completer (autoctono), Chardonnay, Sémillon, Sauvignon Blanc, Chasselas, Doral, Kerner, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Muller Thurgau e i rossi Bondola, Pinot Nero, Americana Rossa, Gamaret, Cabernet Sauvignon, Carminoir, Cabernet Franc, Diolinior e Ancellotta. Il Merlot rappresenta la varietà più coltivata, con circa l’85% della superficie viticola totale, e il vino che ne deriva è quasi totalmente prodotto in purezza (e questo costituisce un primato assoluto, nel mondo).

È una regione generosa e sorprendente, con suggestivi paesaggi di vigneti terrazzati, valli, cascate e numerosi laghetti alpini, formatisi dallo scioglimento di ghiacciai nell’era quaternaria, che incisero profondamente sull’intero territorio, soprattutto il Luganese e il Sottoceneri – nella zona pedemontana alpina – e il Verbano, a Sud di Sesto Calende. Milioni di anni fa tutte queste terre erano interamente coperte dall’oceano, con alternanza di acque molto profonde e paludi. Esisteva un ricco complesso di specie animali, soprattutto ittiosauri, che hanno lasciato tracce evidenti negli scisti bituminosi del Serpiano. Anche nei punti più alti del Monte Ceneri sono state trovate incredibili quantità di fossili e da questo si è capito che tutte le vette del Sottoceneri (Monte Generoso, San Salvatore e Monte San Giorgio) erano sommerse e quando riemersero, nelle epoche successive, formarono depositi alluvionali. Monte San Giorgio è patrimonio Unesco e, insieme a Besano (Varese), costituisce il più grande complesso fossilifero al mondo del Triassico medio.

Qui tutto è un inno alla natura e al rispetto per l’ambiente. Sono certamente stati i Romani – come erano soliti fare in tutte le loro colonie – a introdurvi la vite, anche se la sua coltivazione ha sempre fatto parte di un’agricoltura consociata, fino a quando, negli anni ’20, gli studiosi e luminari – Fantuzzi, Paleari e Rossi, considerati i pionieri della viticoltura moderna – capirono che, se si voleva davvero fare vino di qualità anche in Ticino, era necessario selezionare. Così nacque la viticoltura contemporanea, con l’istituzione del Merlot come vitigno principe, poiché meglio degli altri si adattava alle condizioni pedoclimatiche di questo lembo di terra, caratterizzato da rocce cristalline prettamente acide per la quasi totalità della superficie (tranne una piccola zona a Sud, confinante con Chiasso, dove il profilo geo-pedologico è composto da terreni calcareo-argillosi). Sorsero centri di ricerca e di studio – come Mezzana e Changins – e presero il via numerose sperimentazioni sul Merlot; il primo vigneto sperimentale nacque nella tenuta di Vallombrosa in località Castelrotto, grazie a Giovanni Rossi (oggi il vigneto è di proprietà dell’azienda Tamborini Carlo di Lamone). Nel 1929 nacque la prima cantina sociale, la Cagi di Giubiasco. Negli anni ’50 la casa vinicola Matasci di Tenero contribuì in modo determinante a far conoscere il vino ticinese a nord delle Alpi, ma il grande rinnovamento avvenne negli anni ’80, quando un gruppo di intellettuali svizzero-tedeschi si strasferì in Ticino, proponendosi di produrre vini ispirati alla tradizione dei Bordeaux: Daniel Huber, Cristian Zundel, Werner Stucky e Adrian Kaufmann. Negli stessi anni si mossero in tal senso anche i padri dell’enologia moderna in Ticino: Monti, Valsangiacomo, Luigi Zanini, Gialdi, Delea e Claudio Tamborini. Sono poi nate diverse associazioni di categoria, che hanno contribuito in modo determinante ad aumentare l’interesse per il vino, come Federviti (Federazione dei Viticoltori della Svizzera Italiana), Ticinowine, Comitato per l’Interprofessione della Vite e del Vino Ticinese La Casa del Vino. Alcune aziende si avvalgono di enologi preparatissimi, come Alfred De Martin, che lavora sia per Gialdi che per Brivio e che ha la capacità di saper esaltare tutte le caratteristiche dei vini che produce anche se in zone e case vinicole diverse. Un altro nome non meno importante è quello di Cristina Monico, l’enologo che – oltre ad aver contribuito a un grande progetto di studio del terroir, sul quale tornerò tra poche righe  – ha dato uno slancio di vitalità crescente alla Fattoria Moncucchetto in cui lavora. Diversi sono i marchi di qualità del cantone: Marchio VITI (marchio di qualità solo per il Merlot), DOC Produzione Integrata. Finora l’enologia ticinese non ha avuto crisi, sicuramente perché ha deciso di puntare sulla qualità e ogni anno diversi premi e riconoscimenti ripagano, almeno in parte, le fatiche dei suoi produttori, come il Mondial du Merlot e Gault & Millau.

Geograficamente, il Canton Ticino è diviso in due zone principali: Sopraceneri e Sottoceneri. Sopraceneri (con i distretti di Bellinzona, Blenio, Riviera, Leventina, Locarno e Vallemaggia) ha terreni prettamente acidi, con granito cristallino e suoli leggeri, sabbiosi e permeabili, con consistente materia organica. Sottoceneri (con il Luganese, il Malcantone e il Mendrisiotto) ha invece terreni moderatamente alcalini, argillosi, fertili e di struttura pesante (ad eccezione di una collina di 550 metri nel Mendrisiotto, a Pedrinate, in cui lo scioglimento di un ghiacciaio ha trasportato detriti di falda e rocce cristalline, generando il terreno più acido di tutto il Cantone).

Dall’imponente studio sul terroir voluto da Federviti e dal centro di ricerca Agroscope-Changins (con capoprogetto la stessa Cristina Monico), è emerso che la qualità della vite dipende solo relativamente dal tipo di suolo, ma molto dal clima, che in Ticino è di tipo mediterraneo e fortemente influenzato dalle Alpi, con abbondanti precipitazioni (anche di 2200 mm), brevi e concentrate in pochi giorni e influenzate dal vento Favonio, che soffia da nord anche con raffiche di 100 km/h; l’umidità si aggira intorno al 65% e la temperatura media è di 12 gradi. Altra caratteristica del Cantone è l’elevato numero di ore di soleggiamento, anche se la grandine è sempre in agguato e costituisce una grave minaccia per i vigneti. Le uve ticinesi arrivano a maturazione a fine Settembre, dando un vino dal colore rosso rubino intenso e vivace, con buon carattere e corpo equilibrato.

Il vignaiolo ticinese è per natura portato al rispetto della natura e dell’ambiente, cercando sempre nei suoi vini un filo conduttore con il territorio, esaltando la materia prima. La regola comune è ottenere basse rese in vigna, secondo le norme della Produzione Integrata, senza uso di pesticidi chimici, ma con prodotti ecologici e con il giusto apporto di sostanza organica, per rendere le piante più sane e resistenti alle malattie. Si accompagna la crescita della pianta senza forzare il ciclo vitale, effettuando la selezione manuale dei grappoli. Il terreno viene lavorato in modo da prevenire l’erosione, riducendo le erbe infestanti ed evitando di diserbare troppo. Si lavora per impedire i ristagni idrici e ridurre l’umidità che promuove la proliferazione di parassiti. L’alta selezione in vigna è il punto di partenza per garantire un buon risultato in cantina: con produzioni basse si vuole spesso ottenere un maggior invecchiamento della vigna, in modo che le uve diano vini ricchi di polifenoli e sostanze aromatiche, rendendoli stabili nel tempo.

Anche in cantina si cerca di fare il minor numero possibile di interventi: spesso si preferisce ottenere nel vino finezza, delicatezza ed eleganza, evitando la concentrazione. I piccoli produttori tendono a non chiarificare, ma eseguono travasi (e a volte neanche quelli). Le barriques usate sono quelle tradizionali di rovere francese, spesso di secondo o terzo passaggio: l’uso del legno è parsimonioso, quindi mai esasperato, solo quel tanto che basta ad apportare la giusta microossigenazione, evitando sentori aromatici eccessivi.

Ne conseguono vini sorprendenti per le loro caratteristiche: profumati, freschi, equilibrati, in genere delineati da una nota acida ad accompagnare un tannino elegante e sempre ben integrato. Vini dinamici e mai banali, insomma. Storia, cultura, tradizione, ma soprattutto amore! Questo ha spinto gli uomini del Ticino a produrre vini da uve Merlot in grado di raggiungere una qualità superiore, seconda soltanto, forse, ai più noti Merlot di Pomerol e in grado di raggiungere, in taluni casi, anche l’eccellenza.

Vediamoli dunque, in dettaglio, alcuni di questi vini.

BIASCA PREMIUM MERLOT TICINO DOC GIALDI 2016 

Le uve provengono da Biasca (a 320 metri s.l.m.), con macerazione in vasche inox per 8-12 giorni a 18°-30° e maturazione in barriques francesi di 2° e 3° passaggio per 10 mesi. Di un bel colore rubino intenso e profondo, all’olfatto mette in evidenza frutta e spezie: ribes, mora, mirtillo, prugna e fragolina di bosco. Il bouquet continua con aromi di torrefazione e delicate sfumature balsamiche di sambuco. Il sorso è voluminoso, pieno e compatto, morbido e fruttato, con tannini eleganti e perfettamente integrati verso un finale mentolato di buona persistenza. Un’ottima struttura incornicia il quadro.

GIORNICO ORO MERLOT TICINO DOC GIALDI 2016

Le uve provengono esclusivamente da Giornico (a 390 metri), con macerazione in vasche inox per 12-13 giorni a 28°-30°C e maturazione in barriques francesi di 2° e 3° passaggio per 10 mesi. Di un impenetrabile rubino compatto e profondo alla vista, ha un impatto olfattivo intenso e variegato, con note di frutta a bacca rossa e nera, tostature di caffè e prorompenti sentori balsamici di liquirizia e menta, oltre che di rabarbaro e sambuco in evidenza. In bocca è verticale e preciso: fresco, morbido, pieno, elegante ed equilibrato, di buona struttura e tannini di ottima tessitura. Il finale è fruttato, sapido, minerale e lungo, di buona persistenza.

RONCO DI PERSICO MERLOT DI MONTEGGIO TICINO DOC DANIEL HUBER 2016

Proveniente da Monteggio. Dal vivace colore rosso rubino, al naso si compone di profondi profumi di frutta molto matura, come la prugna e il mirtillo, con note marcatamente floreali di rosa e poi di sottobosco. In bocca il tannino massiccio – ma fine ed elegante – non vuole prevalere, ma solo dare un fermo contributo d’emozione. La chiusura è piena e avvolgente e rimanda ai freschi aromi di frutta polposa e di macchia.

MERLOT DEL LOCARNESE TICINO DOC CANTINA GIUBIASCO 2016

Merlot in purezza proveniente da vigneti coltivati nel Locarnese. Le uve vengono raccolte manualmente, pigiate, diraspate e macerate in acciaio per 10-12 giorni. Finita la malolattica, il vino affina in vasche di cemento, al riparo da repentini sbalzi termici. Rubino pieno e compatto alla vista. Impatto olfattivo fine e delicato, con sentori fruttati di bacche nere e frutta rossa, con apprezzabili riconoscimenti di more, mirtilli e amarene. In bocca è morbido, caldo e avvolgente, con tannini ben integrati. Agile e vibrante al gusto, ha un lungo finale dinamico e fruttato. Da consumare dopo 2-6 anni dalla vendemmia.

CAMORINO MERLOT TICINO DOC CANTINA GIUBIASCO 2016

Prodotto da vigneti coltivati in zone vocate del Comune di Camorino. L’uva viene raccolta manualmente, pigiata e diraspata rapidamente e macerata in vasche inox per 15-21 giorni. Il vino ottenuto matura in barriques per 20-24 mesi. Dal colore rosso rubino intenso, con lievi riflessi granati, attrae al naso per l’intensità dei profumi di frutta matura che si intrecciano a note speziate di pepe e cannella, per continuare con accenni di caffè tostato, che danno un vigore interessante. Al gusto si rivela un vino ricco e strutturato, con una briosa componente acida che sorregge l’elegante tannino, lasciando il giusto spazio ad aromi di frutta rossa matura e polposa. Il finale, che continua con aromi tostati e fruttati di ciliegia, delinea un sorso dall’accento complesso e persistente. Consumare dopo 3-10 anni dalla vendemmia.

AURELIO RISERVA TICINO MERLOT DOC CANTINA IL CAVALIERE 2016

Proviene dalle colline di Gambarogno, a ridosso di un castagneto con vigneti risalenti a 50 anni fa. Matura in barrique di 1° e 2° passaggio per 16 mesi. Rubino intenso, vira verso toni granati. All’olfatto propone note di ciliegia sotto spirito e ribes, per poi continuare con radice di liquirizia e caffè. Il sorso è morbido e intenso, con trama tannica consistente, ben integrata nella struttura del vino. Si lascia apprezzare per il suo equilibrio. Lungo finale di bocca dai ricordi di visciola in confettura. Morbido, rotondo, elegante. E fine.

IL CANTO DELLA TERRA MERLOT TICINO DOC MONTI 2017

Le uve sono prodotte da viti selezionate di oltre 30 anni, coltivate nei Ronchi di Cademario. Per ottenerne una bottiglia occorrono, in media, 3 ceppi. Particelle orientate a sud-sud est, con pendenze fino al 70%, a 550 metri s.l.m., in regime di Produzione Integrata. Terreno morenico, profondo, leggero e sabbioso. Fermentazione 13 giorni. Affinamento in carati per 16 mesi. Rubino impenetrabile. Olfatto opulento e profondo, imperniato su note di ribes e mora in confettura e petali di rosa appassiti. Seguono, ben scanditi, profumi di erbe officinali, bacche di ginepro, felce e una sfumatura tostata di cioccolato fondente e polvere di caffè. Voluttuoso al gusto, di grande estrazione, marcato da tannini vellutati e di prospettiva che accompagnano una gradevole acidità. Finale persistente e pieno, con ritorni di rabarbaro.

SAN ZENO COSTAMAGNA MERLOT RISERVA TICINO DOC TAMBORINI 2015

Dal vigneto di Lamone (1 ettaro) risalente agli anni ’80, esposto a sud-sud ovest, a 400 metri di altitudine, su suoli mediamente acidi. Dal colore rosso cupo impenetrabile con riflessi granati, al naso si apre con note di frutta fresca, per poi virare verso un ventaglio di note speziate di pepe e cannella, di note aromatiche e lievemente balsamiche e un leggero spolvero di pasticceria. In bocca è prorompente, dotato di carattere e grande struttura, succoso e con una bella sapidità che accompagna il tannino, marcato ma elegante. Finale lungo e persistente, con un riverbero del frutto, polposo e denso. Premi: GPVS Oro 2007, 2009, 2012 MdM Oro 2007, 2008, 2010, 2012

COMANO MERLOT RISERVA TICINO DOC TAMBORINI 2015

Proviene da terreni collinari terrazzati esposti a sud-sud ovest a 400 metri. La produzione è di 5-6000 kg per ettaro, con vendemmia verde (all’invaiatura si tolgono alcuni grappoli): l’uva che si raccoglie anticipatamente si utilizza per fare una base spumante. L’uva rimanente si vinifica in rosso, con fermentazione in legno per 6-7 settimane, prima di affinare per 12-18 mesi in barriques. Di un bel rosso impenetrabile, con riflessi granati, apre all’olfatto su un ampio ventaglio di spezie fini e note dolci (pasticceria, caramello, marasca sotto spirito), ma accompagnato da una nota balsamica e fresca che lo rende interessante. In bocca è caldo, morbido e corposo, con tannini fitti e succosi. Il finale è pieno e avvolgente, con un riecheggio di note tostate, speziate e balsamiche. Premi: Hachette 2009, 2012; GPVS Oro 2011; MdM Oro 2007, 2009, 2011, 2012

LAGHETT PEDRINATE TICINO DOC MAURO ORTELLI 2017

Merlot tradizionale, affinato in acciaio, prodotto solo su commissione per la Chicco d’Oro. Le uve provengono dalla collina di Pedrinate, a 550 metri, quella che lo studio della Federviti ha scoperto essere il terreno più acido di tutto il Canton Ticino. Questo vino non è in vendita. Dal colore rosso rubino vivace, si articola all’olfatto con intensi aromi di frutti di bosco, assecondati da spunti minerali di grafite. Coerente ed equilibrato al gusto, con trama discretamente morbida e intensamente fruttata, ma vivace per la dote sapida. Sottigliezza del tannino ed eleganza del gusto sono le sue virtù, con una bella freschezza che accompagna il sorso in un finale netto e pulito, con un richiamo al frutto.

ROSSO DI SERA… MERLOT SVIZZERA ITALIANA IGT KLAUSENER 2013

Uve coltivate secondo le regole della P.I. provenienti dal vigneto (2 ettari) che fu del Castello di Trevano nel Luganese, impiantato per 2/3 nel 1956 e per 1/3 nel 1988, quando fu acquistato dai Klausener. Fermentazione in acciaio, macerazione di tre settimane e torchiatura. Si affina per 15 mesi in barriques nuove per il 50% e di secondo passaggio per la restante parte. Dal colore rosso rubino intenso, è raffinato e suadente all’olfatto, che rivela profumi di frutti maturi e speziature di pepe e liquirizia, che stimolano i sensi. Grande complessità al gusto, con tannini strutturati e ben definiti. Il finale è pieno e compatto, ma non perde in eleganza. Vino di straordinaria morbidezza.

COLLIVO MERLOT RISERVA TICINO DOC ZANINI-VINATTIERI 2016

Proviene da una vigna posta in posizione splendida, il Colle degli Ulivi a Coldrerio: è dunque un vino del territorio. In vigna vengono selezionati i grappoli migliori per la diraspapigiatura e la macerazione in tini di legno troncoconici (e anche in tini inox a temperature controllate), prima di 14 mesi di affinamento in barriques. Il vino che ne nasce presenta profumi di quei frutti rossi (more, ciliegie, lamponi) che caratterizzano il vitigno. In bocca è morbido e piacevole, sapido, fresco e caldo, con una discreta persistenza e un’audace mineralità gustativa.

MONCUCCHETTO MERLOT TICINO DOC FATTORIA MONCUCCHETTO 2016

Merlot in purezza dall’omonimo vigneto, il principale dell’azienda, a 300 metri, con esposizione sud-sud ovest e terreni granitici, ad alto contenuto di sostanza organica. Vinificato in acciaio e affinato per 16-18 mesi in barriques di secondo passaggio. Dal bel rosso rubino intenso, al naso esordisce con sentori di frutta matura, soprattutto una succulenta amarena. Poi i profumi diventano speziati, di cannella e pepe, contornati da una fresca aura mentolata. Al gusto è piacevole il tannino, per nulla invadente, sostenuto da una briosa freschezza che lo rende godurioso e beverino. Chiude con un discreto corpo e un incisivo ritorno di frutta polposa ed eucalipto. Questo vino è risultato vincitore della Medaglia d’oro al Mondial du Merlot 2018, evento in cui sono stati premiati anche il Moncucchetto Riserva Merlot Ticino 2015 e i bianchi dell’annata 2017 di questa cantina.

L’ARCO MERLOT TICINO DOC FATTORIA MONCUCCHETTO 2016

Merlot in purezza dal vigneto terrazzato di Bioggio, costruito nel 2011 su suolo granitico con ottima capacità drenante e con microclima molto caldo nei mesi estivi. Affina in solo acciaio per 10 mesi. Di colore rosso rubino, con riflessi violacei, al naso spicca la frutta fresca: more, ciliegie, lamponi. Anche le note speziate prendono il loro posto nel bouquet aromatico, con pepe e un pizzico di curcuma. La fresca acidità sostiene pienamente l’armonioso tannino e con esso si incammina verso un finale pieno, corposo e di buona struttura, richiamando un altro impavido sorso. Riflessione: la caratteristica comune di questi vini è la marcata freschezza: vini per nulla opulenti o pesanti, ma freschi! Con questa ottima bevibilità, ogni bicchiere tira l’altro.

MERLOT ROVIO TICINO DOC ROVIO RONCO 2016

Le uve provengono da vigneti a 500 metri, su terreni sabbiosi e ghiaiosi. L’affinamento avviene in contenitori inox. Le sue caratteristiche al naso sono la ciliegia e la fragolina di bosco, delicatamente marcate, con sentori erbacei e floreali che completano il corredo olfattivo. È dotato di una grande freschezza gustativa e di una goduriosa sapidità che lo sostiene. Il tannino è discreto e regolare ed è sostenuto da una spiccata nota acida, che lo rende scattante e di facile beva, senza negargli garbo e finezza. Finale con buona persistenza, che richiama note di pepe e ancora di frutta. Fine ed equilibrato.