8 Marzo, festa della donna. Sono in viaggio nel cuore del Chianti, diretta a Castellina, dove si trova l’azienda Domini di Castellare, nata negli anni ’70 e che si compone di 4 poderi: Castellare, Caselle, San Niccolò e Le Case. Fortemente voluta dal giornalista genovese Paolo Panerai, l’azienda è cresciuta molto negli ultimi anni, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, fino ad arrivare a una produzione di 400.000 bottiglie annue e ad ottenere riconoscimenti importanti come – per citare solo l’ultimo – il 17° posto nella classifica di Wine Spectator 2019 con il Chianti Classico 2017. E proprio oggi, 8 Marzo, eccomi a Castellina per degustare i prodotti dell’azienda.
Dopo aver assaggiato tre eccellenti vini (Chianti Classico 2018, Chianti Classico Riserva 2017 e Chianti Classico Il Poggiale 2017), vengo totalmente rapita dal loro prodotto di punta: I Sodi di San Niccolò 2015, un vino prodotto con uve (85% Sangiovese e 15% Malvasia Nera) provenienti dal vigneto omonimo. Dopo la raccolta e la fermentazione in acciaio, dove svolge anche la malolattica, viene affinato in barriques di rovere francese nuove al 50% per 30 mesi.
Appena versato nel bicchiere, si può ammirare la bellezza del suo colore granato – intenso al centro e delicato sui bordi – dato sicuramente dalla percentuale di Malvasia Nera, che lo impreziosisce, donandogli questa carica cromatica. Al naso è un’esplosione di frutti rossi, maturi e in confettura, con note di liquirizia, polvere di caffè e di rabarbaro, con una lieve speziatura dolce (che vira verso la vaniglia) e una balsamicità piacevolissima. Anche in bocca – dove il vino entra deciso già al primo sorso, ma morbido allo stesso tempo, ritroviamo la nota balsamica. In tannico è lavorato a dovere, non aggredisce ma, al contrario, dà una struttura e una potenza che invoglia a versare un secondo bicchiere, e poi ritornano la frutta, la speziatura dolce e il cioccolato amaro. È un sorso di un’eleganza disarmante e con un finale molto persistente, profondo e maestoso. Un blend chiantigiano che conquista e che ammalia, un Supertuscan che non fa innamorare solo l’America, ma anche una donna nel giorno della sua festa!