Che l’annata 2017 sia stata complicata è inutile negarlo e, del resto, era già stata classificata a 4 stelle dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino pochi mesi dopo la vendemmia. La maturazione delle uve è stata condizionata da un’estate calda e siccitosa, senza dimenticare anche una gelata primaverile, che ha colpito a macchia di leopardo un po’ tutta la regione. Oltretutto, avevamo già assaggiato molti vini 2017 delle altre denominazioni toscane – sia dell’entroterra che della costa, tutti con un minor affinamento rispetto ai Brunello – e quasi tutti cantavano lo stesso refrain. Luci e ombre, quindi, proprio come in questa foto di Montalcino scattata la mattina del 20 Novembre scorso.
Ma com’è andata nello specifico a Montalcino? Come sono i Brunello 2017 che da Gennaio 2022 saranno in commercio?
Sono riuscito ad assaggiare tutti i vini 2017 presentati a Benvenuto Brunello nei primi due giorni della manifestazione (19 e 20 novembre) e ne ho trovati di ottimi, persino di eccellenti, mentre altri mi sono sembrati un po’ semplici, quasi che le difficoltà della stagione abbiano polarizzato verso gli estremi (luci e ombre, appunto) i risultati in termini qualitativi.
Per quanto l’annata sia stata calda, la peculiarità dei Brunello 2017 non è da ricercare nell’alcol, nella struttura o nella componente aromatica. Ho trovato infatti molti vini dell’anteprima dotati della proverbiale freschezza del Sangiovese e di note fruttate sempre espressive; solo in rari casi ho rilevato una surmaturazione nei profumi, con principi di ossidazione, molto più frequenti – lo ricordiamo ancora bene – nei Brunello 2011 (altra annata caratterizzata da un picco di calore). La maggior criticità dei Brunello 2017 risiede invece nella parte tattile del gusto, ovvero nel tannino. Il carattere distintivo dell’annata, a mio avviso, è proprio questo: tannini spesso rigidi e talvolta non perfettamente maturi, che al palato lasciano una certa ruvidità, per non dire rusticità, che difficilmente sarà risolta con un ulteriore affinamento.
I migliori Brunello 2017 hanno un gusto vigoroso e potente, ma anche succoso e saporito, grazie alla spalla di acidità del Sangiovese che dona agilità e bevibilità. Tutti hanno in comune un colore molto evoluto, granato più o meno tenue.
Non può passare inosservato che sono sempre più numerose le selezioni di Vigna, alcune con affinamento anche prolungato, paragonabili a una Riserva.
E vediamo ora i migliori Brunello 2017 secondo me.
Celestino Pecci (94) – evoluto, con fiori macerati, fondo di caffè, cuoio; avvolgente, profondo, salino.
Salvioni (94) – amarena, torrefazione, liquirizia; potente, strutturato, tannini ben collocati.
Castello Tricerchi, A.D. 1441 (93) – sottobosco, fico, lampone; gioca sulla magrezza e sull’eleganza: preciso, sapido, setoso.
Mastrojanni, Vigna Loreto (93) – ampio, con debutto floreale, caramella di frutta, nuances balsamiche, sigaro; movimentato e sapido, con tannini potenti sostenuti dall’acidità.
Pietroso (93) – espressivo ed elegante, glicine, ciliegia, menta, cuoio; garbato e potente nella progressione, acidità e salinità spianano la strada ai tannini, chiusura quasi piccante.
Giodo (93) – intenso e preciso, marasca, pompelmo, sottobosco; scattante e succoso, finale saporito.
Il Poggione (93) – austero con tamarindo, pepe, tabacco; strutturato, vigoroso e minerale, con ottimo svolgimento del tannino.
Le Chiuse (93) – concentrato ed evoluto, frutta sotto spirito, fiori essiccati, carne; disteso e dinamico, molto armonioso nella progressione.
Castello Romitorio (92) – ben scandito con mora in confettura, cacao, tabacco da pipa; potente, solido, con lunga chiusura speziata.
Fattoria Il Pino (92) – intenso con ciliegia, arancia, cannella, liquirizia; slanciato, fresco in ingresso, i tannini si alimentano nella progressione, chiude con arancia.
Franco Pacenti (92) – ritmato, gelso, amarena, anice, erbe officinali; avvolgente, largo, tannini integrati e proporzionati, finale fruttato.
Poggio di Sotto (92) – sciroppo di amarena, carne, sottobosco; potenza calorica e tannica, saporito, persistente.
SanLorenzo (92) – in evoluzione al naso con viola, mora, ciliegia, torrefazione; robusto, austero, saporito, pieno.
Fattoria dei Barbi, Vigna del Fiore (92) – nitido, ciliegia, ribes, rabarbaro, mentolato e ferroso; galoppante, succoso, ottima integrazione di acidità e tannini.
Le Gode, Vigna Montosoli (92) – vigoroso con pompelmo rosa, radice, piante officinali, spezie; sottile e nervoso, tannini potenti sostenuti dalla freschezza.
Poggio Antico, Altero (92) – evoluto con alloro, mora, mirtillo, torrefazione; severo, dinamico, tannini ben collocati.
Casanova di Neri (91) – scandito con ciliegia candita, mora, caramella alla menta; saporito, tannini integrati, ottima spalla fresco-sapida.
Cortonesi (91) – preciso e rigoroso: ribes nero, caffè, sottobosco; gusto deciso, tannini imponenti legati al frutto e alla mineralità della conclusione.
Fattoria dei Barbi (91) – invitante con mirtillo, mora, spezie, cioccolato; gioco di sponda fra acidità e tannini, ottima struttura, finale di arancia rossa.
SanCarlo (91) – impianto tradizionale ben delineato; ciliegia, violetta, sottobosco, sigaro; intenso, tannini succosi, lungo finale fruttato.
Altesino, Montosoli (91) – petali appassiti, ciliegia cotta, tabacco; potente, caldo, sapido, ferroso.
Castello Romitorio, Filo di Seta (91) – espressivo con frutti di bosco, felce, cannella, cacao; slanciato e ferroso, l’acidità diminuisce il volume di bocca e ravviva i tannini.
La Rasina (91) – viola, ribes nero, amarena, mentolato; fresco in ingresso, tannini saporiti, buon allungo.
Talenti, Piero (91) – tradizionale e succoso; intriganti profumi di macchia, agrumi, ribes, spezie; rotondo ed equilibrato, con tannini centrali molto precisi.
Capanna (90) – rigoroso, ciliegia in confettura, caffè, terra bagnata; pieno, caldo, tannini imperativi, salino e persistente.
Casisano (90) – petali di rosa, farina di castagna, mirtillo, erbe alpine; lineare e slanciato, gioca sull’eleganza, propulsione fresco-sapida, finale di arancia.
Castello Tricerchi (90) – prugna, ciliegia cotta, canditi, cuoio; gustoso, tannini vivaci, sapidità decisa.
Fattoi (90) – naso tra frutto e spezie con sfumature balsamiche; largo al palato, calorico, potente, tannini integrati.
Patrizia Cencioni (90) – naso gentile con rosa, lampone, arancia, cacao in polvere; intenso, minerale, tannini alimentati da acidità e salinità di ottima progressione.
Poggio dell’Aquila (90) – preciso al naso con viola, ciliegia, carne, sigaro; pieno, caldo, tannini setosi, minerale.
Tiezzi, Vigna Soccorso (90) – ciliegia sotto spirito, cannella, confetture; ha grande impatto, è potente e generoso, chiude con arancia sanguinella.
Uccelliera (90) – ribes nero, rosmarino, sottobosco; grintoso, tannini centrali, sapido, chiusura fruttata.
Val di Suga (90) – fiori secchi, bacche disidratate, tè; sorprendente freschezza in bocca, che accompagna per mano il tannino, fruttato.
Albatreti (90) – naso concentrato, sciroppo di lampone, confettura di fragola, caramella, pepe rosa; malgrado un tannino sopra le righe, è gustoso e salino, con ottimo allungo.
Casanuova delle Cerbaie (90) – molto evoluto al naso, speziato, ferroso; gusto intenso, tannini docili, finale sapido e persistente.
Canalicchio di Sopra (90) – prugna, tabacco, pot-pourri floreale; energico, minerale, con tannini astringenti ma gustoso e persistente.
Casato Prime Donne Donatella Cinelli Colombini (90) – rigoroso, nitido, lavanda, ciliegia, caffè; caldo, avvolgente e rotondo, con tannini domati.
La Fortuna (90) – invitante, ribes, mora, erbe balsamiche, pepe verde; caldo, succoso, sapido, buona integrazione tannica.
Lisini (90) – mirtillo, rabarbaro, tè verde, leggere spezie; intenso, voluminoso, notevole sinergia di acidità e tannini.
Pietra (90) – lampone, mora, chiodi di garofano; gioca sull’avvolgenza calorica, ma si distende nello sviluppo, tannini ben gestiti.
Tenuta di Sesta (90) – frutti di bosco, petali di rosa, spezie; energico e slanciato, sapido, tannini di misura, chiusura agrumata.
Canalicchio di Sopra, La Casaccia (90) – preciso, fragola, lampone, menta, ferroso; intenso e succoso, malgrado tannini un po’ ruvidi risulta scorrevole e persistente.
La Gerla, La Pieve 6170 (90) – articolato al naso con ciliegia sciroppata, erbe officinali, torrefazione; ha una base di freschezza che rende dinamica la progressione, molto persistente.
Un grazie particolare al gruppo di sommelier AIS che si è prodigato nell’assistenza e nel servizio con grande professionalità, contribuendo a creare l’atmosfera ideale per una serena degustazione.