È uno dei tanti grigi fine settimana di questo piovoso Novembre e faccio parte di un nutrito gruppo di sommelier AIS Toscana interessati ad approfondire la conoscenza dei vini della Val di Cornia, all’estremo sud della provincia di Livorno.
Siamo in un territorio che ha sempre avuto una vocazione agricola e che alla fine degli anni ’80 – sulla scia dei successi dell’adiacente area di Bolgheri – ha deciso di nobilitarla, concentrandosi sulla produzione di vini di alta qualità. Le radici di questa realtà sono naturalmente rappresentate dai vignaioli, partiti come appassionati e trasformatisi lentamente in produttori di vino a tutto tondo, spinti dalla passione per la terra e per la natura, qui visibilmente rigogliosa. Un habitat che favorisce l’agricoltura biologica, per la bassa piovosità e la composizione del terreno (prevalentemente argilloso e minerale) e per un ambiente ventilato dalle brezze marine e soleggiato, ideale per ridurre drasticamente il numero dei trattamenti e per scongiurare le sgradevoli muffe create dall’umidità in alcuni areali. Questo è possibile anche grazie alle Colline Metallifere, che trattengono i venti marini all’interno di questo grande anfiteatro naturale e rendono il clima mite e relativamente asciutto. Le pendenze sono tendenzialmente dolci, tranne che nelle zone di Piombino, Sassetta e Monteverdi Marittimo, mentre Campiglia Marittima e Suvereto (che dal 2011 ha anche una sua propria DOCG) hanno pendenze più morbide e terreni molto rossi, ricchi di ferro. Le caratteristiche ambientali e geologiche permettono di produrre vini rossi di grande struttura (da Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Ciliegiolo), bianchi morbidi e piacevolmente sapidi (da Vermentino, Trebbiano, Ansonica, Viogner e Malvasia Bianca Lunga) e rosati mediamente esuberanti, per finire con passiti dolci e calorici (rossi da Aleatico e bianchi da Ansonica).
Il primo step per l’approccio ai vini della zona parte dall’azienda Rigoli, condotta da Nelusco Pini (con i figli Niccolò ed Edoardo), che ci mostra l’affascinante tecnica dell’appassimento dell’uva Ansonica, appesa lungo dei cavi all’interno di due serre. Nelusco sfrutta la buccia spessa del vitigno per creare un appassimento all’aria aperta, dove vespe e api trovano una situazione ideale per inoculare i lieviti negli acini avvizziti dall’essiccazione. Dopo questo eccezionale spettacolo naturale, ci trasferiamo sotto il portico dell’azienda, dove ci aspetta l’assaggio dei vini bianchi e passiti, di cui descriverò quelli più rappresentativi.
Accordo Toscana IGT 2018 Rigoli (100% Ansonica) – Ansonica in versione secca, con vinificazione in acciaio. Paglierino carico, mette in mostra tratti agrumati di pompelmo rosa e fruttati di susina gialla fragrante. In bocca vive di un piacevole equilibrio tra acidità e morbidezza e lascia spazio a un’ottima vena sapida, che vivacizza la bevuta.
Feronia Toscana IGT 2018 Tenuta Poggiorosso (100% Viogner) – Un Viogner in purezza che fa un passaggio in barrique, da cui trae gli elementi per amplificare e addolcire il suo bouquet odoroso. Al naso parte da mango maturo e pesca gialla e arriva fino al cioccolato bianco e al cocco, con lievi sbuffi resinosi. In bocca il sorso coccola morbidamente il palato, palesando grassezza e densità glicerica.
Volpato Bianco Toscana IGT 2018 Podere Nannini (90% Vermentino, 10% Verdicchio) – Vinificato previa criomacerazione, sosta in cemento con costanti bâtonnages. Ha un impatto colorante fitto e generoso, mentre i profumi hanno un incipit resinoso e mediterraneo (macchia e alloro), per arrivare a burro e torrefazione. In bocca è grasso e piacione, con una persistenza aromatica che ricorda la castagna arrostita.
Faden Toscana Bianco IGT 2018 Terradonnà (60% Trebbiano Toscano, 40% Clairette, Ansonica e altre uve bianche) – Prodotto con uve di un vigneto di 50 anni, vuole rivalutare il vitigno bianco storicamente più tipico della Toscana e di Suvereto: il Trebbiano. Il colore è un paglierino tenue che lascia presagire franchezza di espressione, che si conferma quando si delineano i profumi di fiori bianchi ed erbe aromatiche. In bocca è essenziale, con un ingresso amarognolo tipico del vitigno e un finale ammandorlato con spunti salmastri.
Kalendamaia Toscana IGT Vermentino 2018 Sant’Agnese (100% Vermentino) – Prodotto con tre diversi biotipi di Vermentino (uno maremmano e due provenienti dalla Corsica), si presenta di un bel giallo paglierino vibrante, a cui collega i profumi classici del vitigno (note di timo e maggiorana, pesca bianca e lime), con sullo sfondo un ricordo di grafite. In bocca ripropone lo stesso sviluppo aromatico, che si acuisce su riverberi balsamici di fiori di rosmarino, che fanno da preludio alla notevole scia sapida.
Magistro Passito di Ansonica Val di Cornia DOC 2016 Rigoli (100% Ansonica) – L’unico passito bianco – proprio quello delle uve che attirano api e vespe – si presenta di un giallo ambrato vivace e dalla consistenza non eccessivamente pastosa. I profumi sono incentrati prevalentemente su note di albicocca disidratata, scorza d’arancia, miele di millefiori e mandorla tostata. Il sorso è appagante, grazie alla dolcezza ben intrecciata con l’acidità, e chiude con un tono lievemente amaricante, che smussa l’opulenza tipica dei vini dolci.
Nonno Gigi Toscana IGT Aleatico 2016 Azienda Sangiusto Pierluigi Bonti (100% Aleatico) – Aleatico appassito sui graticci, secondo il classico stile toscano adottato per la produzione del Vinsanto. Si presenta di un bel rosso rubino fitto e dai bordi lievemente granati. I profumi mettono in evidenza l’amarena sciroppata, la gelée di ciliegie, il pepe nero e la violetta appassita, con una nota di sottobosco a fare da contorno. Il sorso è piacevolmente dolce e fruttato, morbido nel centro bocca e pepato in chiusura.
Ci fermiamo per un breve light lunch a base di prodotti della zona (pecorini, affettati e dolci), preparati da piccoli artigiani, un’occasione perfetta per abbinare i vini appena degustati e cercare di scoprire i sapori originali di questo splendido territorio. Ci dirigiamo quindi verso il Calidario di Venturina Terme, 3.000 metri quadrati di acqua che sgorga naturalmente a 36 °C, dove ci accomodiamo in una saletta in cui Stella Zannoni (presidentessa del Consorzio) e Paolo Gigli (Sant’Agnese) ci introducono ai luoghi, alle sottozone e alle diversità della piccola denominazione, di cui comprenderemo meglio le caratteristiche con la degustazione di 10 vini rossi.
Trafui Val di Cornia DOC Ciliegiolo 2011 Jacopo Banti (100% Ciliegiolo) -– Un Ciliegiolo in purezza dalle fattezze piene e dall’importante massa colorante, che lascia trasparire cenni granati. Prugna, sottobosco, liquirizia, ruggine e caffè si intersecano con un tratto più balsamico, quasi canforato. Intenso e persistente in bocca, devia l’aromaticità del sorso su cenni lievemente amaricanti.
Esopo Rosso Toscana IGT 2017 Podere Nannini (70% Sangiovese, 30% Canaiolo e Ciliegiolo) – Intrigante e scarico nel colore, mostra un carattere delicato e sottile, non concentrato e molto elegante. Sorprende per la sua essenzialità, che si esprime con note di violetta, scorza d’arancia e cuoio. Il sorso è guidato dall’acidità, che collabora con i tannini succosi per creare un’esperienza sapida e asprognola. Chiude con rimandi all’arancia sanguinella e al caffè.
Poggio Miniera Val di Cornia Rosso DOCG 2012 Tenuta di Monterufoli (100% Sangiovese) – Elegante nell’impostazione della massa colorante, che però – probabilmente a causa dell’annata calda – si incupisce un po’. I profumi sono dolci e suadenti, di vaniglia, cioccolato bianco, noce moscata e poi lampone, ciliegia e menta. Il sorso è morbido e caloroso, di buon equilibrio e fa risaltare ricordi di legno ancora da digerire completamente.
Testalto Val di Cornia Rosso DOCG 2015 Rigoli (75% Sangiovese, 25% Cabernet Sauvignon e Merlot) – Non troppo fitto nel suo macchiare il calice, accenna lievemente al granato sui bordi. Ancora un po’ austero, si impernia prevalentemente intorno a tratti di macchia mediterranea, ciliegia sotto spirito e chiodi di garofano. La struttura mette in luce il tannino, ancora largo e aggrappante, che preannuncia l’esplosione aromatica (balsamica, salata e concentrata) che mi investe dopo la deglutizione.
Rosso degli Appiani Toscana Rosso IGT 2015 Azienda Sangiusto Pierluigi Bonti (70% Sangiovese, 30% Montepulciano d’Abruzzo) – Imponente nella sua veste purpurea e tintoria. Impatto olfattivo di viola dolce, amarena sciroppata, vaniglia e pepe nero. Deciso anche nell’impatto gusto-olfattivo, con la massa aromatica guidata dall’impressione calorica, che crea un sorso morbido, balsamico e cioccolatoso.
Aldò 917 Toscana IGT Cabernet Sauvignon 2018 Giomi Zannoni (80% Cabernet Sauvignon, 20% Cabernet Franc) – L’estrazione dei Cabernet risulta controllata e non eccessiva, volutamente indirizzata a creare un vino dalle caratteristiche di immediatezza e non opulente. Gelée di lampone, pepe verde, elicriso, caffè e salamoia rendono il bagaglio olfattivo attinente e territoriale. In bocca è dinamico, con tannini ben estratti e un finale che sa di violetta.
TuttiSanti Val di Cornia DOC Cabernet Sauvignon 2018 Azienda Agricola TuttiSanti (100% Cabernet Sauvignon) – Purpureo, con vivaci tratti giovanili. Al naso esprime decise note fragranti di succo di mirtilli, rosa rossa e menta. In bocca è verticale, snello e di limitata struttura: gioca su tratti semplici e croccanti, che portano a una media persistenza.
Velthune Toscana Rosso IGT Cabernet Sauvignon 2015 Tenuta Poggiorosso (100% Cabernet Sauvignon) – Rosso rubino pieno, con segni purpurei sui bordi. Amarena, grafite, salamoia, cannella e chiodi di garofano si susseguono gradevoli e ben articolati. In bocca è caldo, con tannini piacevolmente smussati dal lavoro del legno. Gli aromi sono legati soprattutto all’alloro e al mirto, che marchiano l’appartenenza territoriale.
Okenio Val di Cornia DOC Cabernet Sauvignon 2014 Terradonnà (100% Cabernet Sauvignon) – Esaltante per la sua noncuranza nei riguardi di una vendemmia fresca e molto piovosa, si esprime con note di pepe verde, caffè, legno di cedro, ciliegia sotto spirito e cioccolato fondente. In bocca mette in mostra un tannino largo e asciugante (ma non polveroso), che lascia spazio a un lungo finale giocato su tratti di confettura di mirtillo e paprika dolce.
Spirto Toscana IGT Rosso 2008 Sant’Agnese (100% Merlot) – Prodotto in questa annata con solo Merlot, si presenta come un grande vino già dall’aspetto, che non dimostra gli anni trascorsi in bottiglia. Balsamico e metallico, mostra una progressione di profumi sfaccettata e profonda. In bocca è galoppante, per via di un sorso guidato dall’estratto secco, robusto e inesauribile. Il finale è lungo, su un mix tra cioccolato fondente e liquirizia.
Finisce qui una giornata densa di assaggi, capaci di farci comprendere meglio una denominazione in forte crescita, basata sull’identità dei vignaioli e sul loro attaccamento al territorio. Abbiamo potuto verificare, senza dubbio, che i vini della Val di Cornia sono robusti, caldi e sinceri, degni figli di quel sole che nei mesi più caldi concentra i suoi forti raggi su queste vigne baciate dall’aria di mare.