«Tanto gentile e tanto onesta pare»… Voglio iniziare parafrasando Dante il mio commento sull’annata 2016 del Brunello di Montalcino, che mostra vini ricchi, gustosi e saporiti, suadenti nella media. Una conferma per le cinque stelle assegnate cinque anni fa. Qualità molto alta e condivisa fra tanti produttori, con tanti Brunello che si mostrano già oggi vicini all’equilibrio gustativo, con una generale tendenza alla morbidezza e una compiutezza che regala bellissime sensazioni (‘tanto gentile’). Il fronte olfattivo è molto performante, soprattutto nei vini in cui il legno è ben integrato e fa da cassa di risonanza per amplificare il profumo, senza condizionarlo. Un altro aspetto che ho riscontrato è una grande pulizia nei sentori, segno di un ottimo lavoro in cantina.
L’annata 2016 ha denotato un andamento stagionale altalenante, ma positivo, e ricordo ancora il commento dell’allora Presidente dal Consorzio, Patrizio Cencioni: «Sebbene abbia messo a dura prova i produttori, per via di una stagione molto irregolare, dopo una primavera piovosa l’autunno è stato caratterizzato da molto caldo di giorno e fresco di notte, con un’escursione che ha reso le uve particolarmente ricche di acidità, colore e profumi… Ci aspettiamo grandi cose da quest’annata». Sicuramente ‘grandi cose’ sono avvenute e, fra l’altro, la 2016 ha messo in risalto un livellamento fra gli areali che notoriamente, anche nel recente passato, avevano fatto vedere modulazioni sensoriali diverse del Sangiovese. Devo anche dire che sono state poche le esperienze di verticale acidità e di tannini con nette esuberanze giovanili: per questo, quando le ho riscontrate, ho voluto evidenziarle con note di apprezzamento.
Durante l’intensa giornata di degustazione (solo 5 ore di tempo a disposizione, per questo BB Off in sicurezza spalmato lungo un mese intero), ho dovuto necessariamente fare una selezione dei campioni da assaggiare (alla fine, ne ho scelti un’ottantina), ponendomi ad ogni assaggio la domanda sulla prospettiva d’evoluzione a lungo termine – domanda legittima e doverosa, trattandosi di Brunello – di questa annata 2016. Questa piacevolezza e questa godibilità immediata, riscontrate in tanti casi, ci pongono infatti di fronte a una maturità del vino che appare quasi raggiunta.
Con queste premesse, chi mi legge penserà che noi giornalisti e degustatori non siamo mai contenti! Forse è vero! Ma una volta appurati la bontà della vendemmia e il suo alto livello qualitativo, che in questo caso non sono in discussione, la domanda che sorge spontanea subito dopo si concentra sulla sua potenziale longevità, cioè sulla sua aspettativa di vita. D’altro canto, non sempre si possono trovare dei Brunello giovani superscattanti e dinamici, e nel 2016 siamo di fronte a una prospettiva diversa: contemplare e gustare l’estetica del vino, la sua godibilità e la sua bevibilità, il piacere di cogliere l’attimo – non certo fuggente, ma che comporta anzi riflessione e consapevolezza – di pura delizia dell’anima e del corpo.
Altra annotazione: ho visto crescere il numero di Brunello Selezione, fenomeno a mio giudizio di grande rilievo, proprio perché evidenzia il tentativo di mettere in risalto un Cru aziendale piuttosto che una Riserva. Siamo forse sulla strada di avvicinamento alle menzioni geografiche aggiuntive? Boh… Ai posteri l’ardua sentenza.
Prima di passare ai giudizi sui vini che ho maggiormente apprezzato, vorrei esprimere un parere complessivo su questo Benvenuto Brunello Off 2021. Prima di tutto, un forte e sentito ringraziamento al Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, che ha dimostrato coraggio e serietà nell’organizzazione, sfidando ogni avversità e le grandi difficoltà che tutti noi conosciamo, dimostrando un grande senso di responsabilità verso i produttori, il territorio e il mondo del vino e della sua informazione. Noi prescelti e fortunati abbiamo l’obbligo di testimoniare questo grande impegno, prima con un ringraziamento e poi raccontando questa grande vendemmia. Un altro grazie è per i sommelier di AIS Toscana, che con professionalità e dedizione hanno prestato servizio bardati con doppia mascherina e visiera, rispettando tutte le regole di sicurezza nelle numerose sessioni di degustazione, dato che in ciascuna i gruppi di giornalisti e wine-writer erano obbligatoriamente limitati a 25 persone.
Ora lasciamo spazio alla degustazione dei Brunello 2016 e alla loro valutazione, alla quale ho deciso di ricorrere, per questa volta (non è mai stato mio costume dare voti), per semplificare e abbreviare il giudizio.
SALVIONI LA CERBAIOLA (96) – Granato pieno. Confettura di ciliegia, prugna, note carnacee e spezie dolci. Gustoso, austero, tannino elegantissimo, con ancora verticalità e finale di arancia lunghissimo.
FATTORIA DEI BARBI, VIGNA DEL FIORE (95) – Granato tenue. Tostato di caffè, confettura di ciliegia, prugna essiccata. Elegante, di grande classe e bevibilità, acidità dinamica, buon equilibrio e finale di arancia sanguinella.
CASTELLO ROMITORIO, FILO DI SETA (95) – Granato pieno. Fruttato intenso di amarena e mora, vaniglia. Gustoso e ancora fruttato al sorso, tannino di ottima fattura, finale di mora, con una spinta balsamica mentolata ed erbe aromatiche.
IL POGGIONE (95) – Granato intenso. Ciliegia matura, pepe nero, spezie dolci. Integro, gustoso, con buona freschezza fruttata, tannino di ottima fattura, finale sapido con arancia amara.
POGGIO DI SOTTO (95) – Granato tendente all’aranciato. Sottile, con albicocca, floreale appassito, spezie dolci, tabacco, caramella al lampone. Elegante in bocca, con una freschezza che regola un tannino gentile e integrato, grande bevibilità e un finale ampio con arancia.
BARICCI (94) – Granato tenue. Floreale leggermente macerato, viola, arancia, carnaceo, materico, terra. Nervoso, tannino austero, con bella progressione, personalità e finale di arancia, caffè e liquirizia.
VAL DI SUGA, VIGNA SPUNTALI (94) – Granato intenso. Fruttato dolce, vaniglia, sigaro, cannella, pot-pourri di fiori. Morbido, caldo, avvolgente, con tannino ben dimensionato e integrato e chiusura piacevole e saporita con un lungo aroma di agrume.
CANALICCHIO DI SOPRA, LA CASACCIA (93) – Granato pieno. Fruttato di ciliegia, vaniglia, cioccolato bianco, sigaro avana. Gustoso, con buon fruttato, tannino di buona fattura e finale ancora fruttato e speziato.
CASANOVA DI NERI (93) – Granato intenso. Profumo dolce e intenso, caramella al lampone, granatina, amarena, gelée alla ciliegia e spezie scure. Ingresso morbido e fruttato, tannino ben integrato, grande bevibilità.
FRANCO PACENTI (93) – Granato pieno. Ricco, con albicocca, confettura di ciliegia, cannella e nota fumé. Ingresso gustoso e morbido, tannino integrato r finale di arancia disidratata.
IL PARADISO DI FRASSINA (93) – Granato tenue tendente all’aranciato. Sottile, fumé, succo d’albiccoca, pot-pourri di rosa, sigaro, terra. Sottile, elegante, tannini di buona fattura, finale di albicocca, mandorla e spezie dolci. Grazie, Mozart.
PIETROSO (93) – Rubino con riflesso granato. Frutti rossi e neri, arancia, cannella, chiodo di garofano, balsamico. Ingresso largo, dinamica acidità, tannino progressivo elegante, chiusura minerale e di arancia amara.
SANLORENZO (93) – Rubino riflesso granato. Succo di albicocca, rosa, frutti canditi e sciroppati rossi, tabacco biondo. Gustoso, con buona tensione fresco-tannica, dinamico e finale di liquirizia.
ALTESINO, MONTOSOLI (92) – Granato intenso. Fruttato di amarena, tabacco, balsamico. Fresco, boschivo, tannino verticale e nervoso, finale rinfrescante mentolato.
CAVA D’ONICE, COLOMBAIO (92) – Granato pieno. Elegante, con succo d’albicocca, confettura di ciliegia, pepe e spezie orientali. Saporito, buona freschezza, tannino progressivo, chiusura sapida e minerale.
FATTOI (92) – Rubino con riflessi granati. Amarena, frutto fresco, floreale di rosa, speziato dolce. Agile e di buona bevibilità, tannino integrato, finale tostato e di arancia rossa.
BANFI, VIGNA MARRUCHETO (91) – Rubino verso il granato. Fruttato di ciliegia, vaniglia, rosa. Gustoso, fresco, tannino progressivo e finale balsamico speziato.
CELESTINO PECCI, POGGIO AL CARRO (91) – Granato intenso. Fruttato evoluto, prugna, frutta sotto spirito, albicocca, tabacco e spezie dolci. Fresco, nervoso, con tannino verticale, finale di arancia e una spiccata deriva mentolata.
CORTE PAVONE, CAMPO MARZIO (91) – Rubino tenue. Dolce, amarena, sigaro, spezie dolci. Agile, verticale freschezza, dinamico, con sorso essenziale ma gustoso e finale di arancia sanguinella.
LE RAGNAIE (91) – Granato con tendenza aranciata. Cuoio, terra, frutta secca, prugna, noce, carnaceo e balsamico. Ingresso sottile, agile, tannini integrati, con buona sapidità nel finale mentolato.
MASTROJANNI (91) – Granato medio. Scatola di sigaro, arancia disidratata, cannella, cuoio, tabacco dolce. Bocca austera, tannino in evidenza e integrato finale minerale.
TENUTA SAN GIORGIO, UGOLFORTE (91) – Granato pieno. Fruttato fresco, amarena, mora, liquirizia, rosa e vaniglia. Ingresso morbido, con crescendo tannico austero e finale di arancia.
TIEZZI, VIGNA SOCCORSO (91) – Granato pieno. Albicocca, frutta sotto spirito, cannella, chiodi di garofano, cuoio. Dinamico, fresco, tannino austero ma di buona fattura e finale fruttato di agrume.
FANTI, VALLOCCHIO (90) – Granato tendente all’aranciato. Sottile e dolce, con caramella ai frutti di bosco e vaniglia. Gustoso, fruttato, caldo con tendenza alla morbidezza e chiusura sapida.
LA FIORITA, FIORE DI NO (90) – Granato pieno. Fruttato integro di ciliegia e mora, speziato, caffè. Gustoso, tendente alla morbidezza, fruttato dolce e tannino di buona fattura, con finale vanigliato balsamico.
LA FORTUNA, GIOBI (90) – Granato intenso. Albicocca, vaniglia, spezie dolci, caramella al lampone e sciroppo frutti di bosco. Gustoso, dinamico, buon tannino integrato e buona impronta calorica anche nel finale.
LE CHIUSE (90) – Granato pieno. Amarena, gelso nero, mora, crème de cassis, rosa, liquirizia, tabacco. Gustoso, con freschezza che esalta il tannino, di personalità e finale di arancia.