La cantina Sandro de Bruno vive della simbiosi di tre fattori, l’estro di Sandro, la determinazione di Marina ed i terreni vulcanici. Siamo a Montecchia di Crosara in un casale di quasi 2.000 metri quadri ristrutturato, tutto nasce nel 2004 e la prima vendemmia nel 2007.

L’idea di fare vino è la più antica e sacra del mondo, portare il terroir nel bicchiere, tanto che è il terreno Basaltico profondo che comanda sia lo stile di vinificazione che le tecniche nel vigneto; trattamenti in vigna ridotti all’osso quando serve, uniti a sovesci che aiutano al sostentamento e vigoria delle vigne.

In cantina la tecnologia è a servizio dell’uva, non del cantiniere, infatti si ha anticipato la moderna teoria che per combattere il cambiamento climatico una delle idee è tenere le uve al freddo, portando a vini più eleganti e fini con la loro grande massa minerale tipica del territorio.

Lessini durello doc riserva 36 mesi metodo classico

Macerazione pellicolare e pressatura a freddo. Il vino di color paglierino apre al naso con note di lime, agrumi, crosta di pane, per finire con un fondo speziato tipico dei Lessini quasi di zenzero. Il sorso è verticale e fruttato, la bollicina fine con finale tipicamente sapido con ritorni di agrume di buon lunghezza.

Lessini durello doc riserva 60 mesi metodo classico

Qui inizia la magia, sempre macerazione pellicolare e pressatura a freddo. Vino paglierino con riflesso dorato in evoluzione. L’evoluzione porta a note citrine più verso il limone, bergamotto, pesca matura; la nota fragrante vira verso una pasticceria tipo lemon pie, escono note iodate con i primi accenni a pietra focaia e gesso polveroso. Il sorso inizia ad allargarsi, il vino prende peso e le bollicine sono più lente ed educate, finale lungo leggermente amarognolo di mandola e agrume maturo.

Lessini durello doc riserva 100 mesi metodo classico

La fine del viaggio (se mai dovesse essere la fine) , sempre macerazione pellicolare e pressatura a freddo. Dorato e lucente, l’agrume diventa maturo, le note fragranti virano verso la piccola pasticceria a crema pasticcera, le note iodate sgomitano e il sottofondo apre ai tratti evolutivi con thè inglese e miele. Il sorso è tridimensionale, esplode in ingresso, si apre e lavora orizzontale, chiude fresco e lunghissimo.

Riflessione

Il connubio tra pinot bianco e durella è qualcosa che forse la durella non vuole, ma di cui ha bisogno. Il pinot bianco aggiunge texture e rotondità senza il quale forse il metodo classico da monovitigno sarebbe un po’ troppo mascolino e tagliente.

Veniamo a noi, perché “le tre declinazioni del durello”. La bellezza di questa degustazione è stato vedere come il durello metodo classico mutasse nel tempo, dal 36 al 60 al 100 mesi, è evidente come il vino in primis sia verticale, per poi trasformarsi in equilibrio nel 60 mesi, e l’apoteosi di beva e complessità con il 100; da aperitivo diventa gastronomico, da gastronomico a meditativo. E degustando varie realtà nella denominazione, siamo solo all’inizio.