Si sta avvicinando a grandi passi la 26a edizione del CMB-Concours Mondial de Bruxelles 2019, che si svolgerà dal 2 al 5 maggio in Svizzera, ad Aigle, fra i cantoni Vaud e Vallese, proprio nel cuore delle più rinomate regioni vitivinicole elvetiche. Anche quest’anno avrò l’onore di essere fra i giurati del CMB e potrò quindi assaggiare anche vini svizzeri, durante le sedute di valutazione e nelle visite programmate dagli organizzatori nei luoghi di produzione del paese ospitante. Visite e assaggi che saranno oggetto di articoli che scriverò per il nostro Salotto.
Per entrare nel clima del CMB, per le festività pasquali ho scelto un vino che avevo assaggiato nel 2017 in una delle aziende che potemmo visitare durante il Concorso, che quell’anno si svolse a Valladolid, in Spagna. Fu un’edizione che – come molte altre, per la verità – ricordo con molto piacere, anche perché ci fece scoprire luoghi fantastici, fra i quali proprio l’azienda Matarromera (https://matarromera.es/bodega-matarromera/). Ricordo che vi assaggiammo due vini, entrambi molto interessanti e, nel tornare a casa, ebbi l’occasione di trovarne uno in vendita all’aeroporto di Madrid e decisi di acquistarlo. Per questa Pasqua ho voluto aprire proprio quella bottiglia con mia moglie e mio figlio e – fin dal momento in cui la stappavo, e poi mentre versavo il vino e infine anche durante l’assaggio – mi sono sentito pervaso da un crescendo di emozioni, scaturite dal ricordo delle sensazioni provate durante quella piacevolissima visita.
Matarromera Reserva 2012 è un Tempranillo in purezza della DO Ribera del Duero che svolge la fermentazione alcolica in acciaio e durante la quale è sottoposto alla pratica del delestage (ricordate come si fa, vero?), per estrarre al meglio le sostanze migliori dalla parte solida del cappello del mosto. Il vino viene poi invecchiato per 18 mesi in barriques di rovere americano e francese, di media tostatura, e affinato in bottiglia per ulteriori 24 mesi.
Di colore rosso rubino, tendente al granato, i numerosi archetti che il liquido lascia sui bordi del calice preannunciano una grande struttura, e vi dico subito che così sarà. Il naso è intenso e complesso e mostra una grande pulizia ed eleganza, con note di frutti neri maturi e in confettura (mora e ciliegia), che si integrano con sentori di tostatura e spezie (chiodo di garofano, pepe nero, tabacco da sigaro, liquirizia e ferro). In bocca esplode con tutta la sua potente struttura, ma senza perdere eleganza: intenso e pieno, ha una trama tannica dolce ben integrata ed equilibrata; è caldo e morbido, con alternanza di note aromatiche (le stesse già avvertite al naso), frutta matura, confettura di more, tostatura, tabacco da sigaro ed erbette aromatiche essiccate, accompagnate da balsamicità e mineralità. L’acidità non è il suo punto di forza, anche se alla fine se ne percepisce – anche se in misura poco evidente – una nota che ravviva l’interesse per il lungo e complesso finale, giocato su tabacco da sigaro, liquirizia e caffè. 94/100.