Qualche tempo fa, Noah May (Christie’s) aveva scritto: «Super Tuscans were the diametric opposite of the light, insipid Chiantis for which the region had become known, and at times mocked for». Oggi quella realtà è totalmente cambiata – tanto è vero che qualche settimana fa Jancis Robinson è arrivata a paragonare i vini del Chianti Classico a quelli di Bordeaux sul Financial Times (Se sul Financial Times…) – ma questo non toglie nulla all’enorme importanza dei Supertuscans nella storia enologica toscana. 

Ma veniamo al presente. Ero tra i fortunati partecipanti a una degustazione di 9 etichette di Supertuscans, preceduta da un interessante excursus di Massimo Castellani sulla loro origine e dalla storia di ciascuno di loro. Tanto per rinfrescare la memoria, i Supertuscans nacquero tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ‘70, sia per la voglia di alcuni produttori di uscire dai canoni dell’epoca – nei quali non si ritrovavano – sia per il desiderio di creare qualcosa di diverso e innovativo nel mercato toscano. Si decise quindi di utilizzare vitigni autoctoni in purezza o blend di vitigni internazionali, non permessi dai disciplinari in vigore, anche a costo – ed era una scelta davvero coraggiosa e rischiosa, all’epoca – di declassare un vino DOC dapprima a Vino da Tavola, che poi, con il crescente successo dei prodotti, sarebbe stato dapprima riclassificato IGT (inizio anni Novanta) e infine riportato a DOC (1994), almeno per il Bolgheri e il Bolgheri Sassicaia. 

Sembra ormai accettato da tutti che il primo Supertuscan sul mercato sia stato il Vigorello San Felice (Castelnuovo Berardenga), uscito nel 1968, seguito proprio dal Sassicaia. Per dirla tutta, il Marchese Incisa Della Rocchetta aveva impiantato il Cabernet Sauvignon a Bolgheri fin dal 1944, ma il Sassicaia non veniva ancora commercializzato al di fuori della zona di produzione. Nei primi anni questi vini, considerati ovviamente un po’ eretici, non ebbero grande successo, ma a metà degli anni ‘70 avvennero due fatti, grazie ai quali la loro eccezionalità venne degnamente pubblicizzata in tutto il mondo e i Supertuscans partirono alla conquista dei mercati internazionali. Il primo fu la pubblicazione di un articolo di  Luigi Veronelli – su Panorama del 14 novembre 1974 – dedicato integralmente alla prima vendemmia commercializzata (1968). Il secondo fu una degustazione bendata, organizzata da Hugh Johnson a Londra, in cui l’annata 1972 del Sassicaia si impose su tutti gli altri campioni, inclusi i nobili fratelli bordolesi. Così, grazie all’intuizione di qualche coraggioso produttore, che volle realizzare il proprio sogno muovendosi controcorrente, oggi possiamo vantare in Toscana tante referenze che si fregiano dell’appellativo di Supertuscan. E ora passiamo al resoconto della degustazione.

Syrah Collezione Privata Toscana IGT Isole e Olena 2015

Syrah 100%, con uve raccolte e selezionate a mano, fermentazione in acciaio, maturazione per 18 mesi in barriques di rovere francese e americano, cui fanno seguito 12 mesi in botti grandi; 5000 bottiglie prodotte. L’impronta visiva è di un profondo e vivo rosso-blu. L’attacco olfattivo è integro, con richiami di ciliegia e violetta che man mano cedono il passo a toni pepati e ferrosi, con la sensazione di un utilizzo del legno calibrato, che non sovrasta il varietale. In bocca ha un ingresso giovanile, spia di una certa lentezza nella maturazione, con freschezza e linearità gustativa e un finale che evoca le note minerali già avvertite al naso.

Lucente Toscana IGT Tenuta Luce 2016

Sangiovese e Merlot, matura per 12 mesi in barrique. Rosso rubino vivido che illumina il bicchiere. Ritroviamo sentori di lampone, violetta, lavanda e legno di cedro in elegante progressione. L’assaggio ci sorprende con un gusto agrumato e fresco ed è un vino di corpo, con tannino marcato e una piacevole chiusura di arancia amara.

Fontalloro Toscana IGT Fèlsina 2013

Sangiovese 100%, ottenuto selezionando le uve fra i vigneti di Chianti Classico e quelli del Chianti Colli Senesi, matura per 18-22 mesi in barriques nuove di rovere francese, per rinchiudersi poi per 8-12 mesi in bottiglia. È caratterizzato da una veste color rubino con accenni granati. I profumi, ricchi ed eleganti, spaziano da resina, pino e mentolo a mora di gelso, rosa rossa e note ematiche. Il tannino è domato e non scalpita, arricchito da una buona freschezza e da una progressione crescente, con accenni di alloro sul finale e una scia salina che aggiunge piacevole dinamicità.

Flaccianello della Pieve Colli della Toscana Centrale IGT Fontodi 2011

Sangiovese 100%, matura per 24 mesi in barrique. Il manto è rosso rubino di grande vivacità. Incipit olfattivo di ciliegia matura su una traccia balsamica di erbe aromatiche, rosmarino e timo, con eleganti nuances di noce moscata e vaniglia. Al gusto troviamo un tannino masticabile che prende volume a centro bocca ed esalta il frutto, accompagnato da un’interessante sapidità.

Tignanello Toscana IGT Marchesi Antinori 2012

Sangiovese 80%, Cabernet Sauvignon 15% e Cabernet Franc 5%, matura per 12-14 mesi in botti in parte nuove e in parte da primo passaggio, di rovere francese e ungherese. Il colore è rubino, vivo e luminoso. Al naso ricordi di mirto, legno di cedro, ginepro, frutti scuri e resina avvolgono il naso con estrema finezza. La bocca è caratterizzata da grande bevibilità e dinamismo, elegante e di grande lunghezza, con chiusura fruttata di lampone e agrumi.

Giramonte Toscana IGT Frescobaldi 2013

Merlot 88% e Sangiovese 12%, matura in barriques nuove per 16 mesi, per affinare in bottiglia per 6 mesi. Si presenta rubino compatto. Profumi netti e sottili di prugna, mirtillo e iris, su cenni tostati di polvere di caffè. Il sorso è pieno, di impatto e gustoso, con tannino integrato, buona freschezza e un intenso finale di nocciole.

L’Apparita Toscana IGT Castello di Ama 2013

Merlot 100%, matura in barriques, per metà nuove e per l’altra metà di secondo passaggio, per 18 mesi. Manto rubino profondo di grande luminosità. Richiami olfattivi raffinati che ricordano tabacco, scatola di sigari, mora e mirtillo. All’assaggio è sottile, fresco e minerale, con tannino setoso e grande progressione gustativa ricca nel frutto.

Bolgheri Sassicaia DOC Tenuta San Guido 2013

Cabernet Sauvignon 85% e Cabernet Franc 15%, matura in barriques di rovere francese per 24 mesi. Si mostra rubino vivace di grande intensità. Al naso, aromi timidi si presentano via via con note di mora, cassis, legno di cedro, sandalo, resina e pino silvestre. Eleganza e delicatezza accarezzano il palato, con salinità e dinamicità, accompagnati da un tannino di grande finezza

Solaia Toscana IGT Marchesi Antinori 2012

Cabernet Sauvignon 75%, Sangiovese 20% e Cabernet Franc 5%, matura per 18 mesi in botti nuove di rovere francese. Livrea rosso rubino compatto e luminoso. Profumi delicatissimi, caratterizzati da frutta matura (lampone e ciliegia in primis), tabacco biondo e petali di viola. Esuberante, brioso e solare, fresco, fruttato e speziato, ricchissimo e dinamico, ha un’infinita lunghezza, con scia minerale.

Sarà anche perché non capita spesso, ma degustare questi vini dà sempre un piacere particolare e mettere a confronto così tante eccellenze fa sì che la serata si concluda sempre con un sorriso di soddisfazione stampato in faccia, come è successo a me (ma non soltanto a me) in questa occasione, in cui nove campioni – in tutti i sensi – hanno raccontato cinquanta anni di una bella storia toscana, fatta di iniziative, coraggio e tenacia.