Risalendo da Firenze la riva sinistra dell’Arno, le vigne della Fattoria Le Sorgenti si incontrano sulle prime colline oltre Bagno a Ripoli, dove possono avvalersi e godere del riverbero del fiume. Il toponimo trae origine dalle sorgive presenti nei terreni dell’azienda, che l’attuale proprietario – Gabriele Ferrari, di origine parmense – ha ereditato dal nonno materno Albino Ricci, che nel 1959 trasferì qui le proprie radici e la propria passione. Gabriele, Elisabetta e il figlio Filippo (enologo) si occupano con amore e dedizione della produzione vitivinicola e olivicola, oltre che dell’ospitalità nel Wine Resort, dove le tre suites portano il nome di altrettanti vini aziendali. La Fattoria Le Sorgenti occupa circa 60 ettari, di cui oltre 16 vitati e 11 di oliveti, con vari vigneti dislocati tra i 200 e i 450 metri, su terreni prevalentemente di sabbia e limo, con tutte le fasi di produzione e lavorazione a conduzione sostenibile, con certificazione V.I.V.A. 

L’occasione di approfondire la conoscenza di Fattoria Le Sorgenti mi si è presentata con l’evento organizzato per festeggiare il ventennale del loro Supertuscan di punta, lo Scirus (che in dialetto emiliano indica lo scoiattolo, animaletto presente nei boschi circostanti, simbolo del legame fra esseri viventi e natura e per questo scelto per il logo aziendale), un Toscana IGT di taglio bordolese che dal 2007 si è ‘allargato’ (Cabernet Sauvignon e Merlot, più Petit Verdot e Malbec) e che esordì nel 1996 con la collaborazione di Paolo Caciorgna. Le uve provengono dalle due vigne centrali (Tavolina e Cedrone), esposte praticamente a 360°, con una densità di 4.800 piante per ettaro. La vendemmia è ovviamente manuale e la vinificazione delle uve, separate per ciascuna varietà, avviene in acciaio, mentre la maturazione è svolta in barriques nuove per 20 mesi, prima di un affinamento di altri 12 mesi in bottiglia.

Dopo un doveroso accenno al fatto che il posto è magnifico, possiamo dedicarci al resoconto della degustazione delle 10 annate di Scirus proposte per l’occasione.

Scirus 1998 (Merlot e Cabernet Sauvignon)

Nei primi anni il vino fu prodotto con una percentuale superiore di uve Merlot rispetto a oggi. Il 1998 si presenta di un granato sottile, con sentori molto terziarizzati al naso e una nota decisamente fumé. L’ingresso in bocca è ancora sottile, con una freschezza davvero sorprendente, dopodiché tornano gli aromi già manifestatisi all’olfatto; forse il vino manca un po’ di ampiezza, ma ha un finale decisamente lungo.

Scirus 2001 (70% Cabernet Sauvignon, 30% Merlot) 

Calibrato su uno stile più chiaramente bordolese, è granato intenso, con profumi di legno di cedro e tostatura, ricco nel fruttato (concentrato e confetturato) e con un chiaro ricordo di noce. Buona fruttosità al gusto, con tannino sostenuto e con chiusura piacevolmente sapida e gustosa di créme de cassis. Davvero molto buono.

Scirus 2004 (50% Cabernet Sauvignon, 50% Merlot)

Granato alla vista, ha un profilo aromatico di prugna, arancia amara e note erbacee. In bocca ha una tensione di freschezza che lo rende snello, con chiusura verso il vegetale, derivata probabilmente da un’annata mediamente fresca.

Scirus 2005 (50% Cabernet Sauvignon, 50% Merlot)

Ancora di un granato intenso, ha un profumo molto dolce, con ricordi di sigaro cubano, frutta cotta, frutta secca e cacao. Equilibrato al gusto, con tannini ben ‘digeriti’, ha buona texture e notevole consistenza materica. In questa annata si riscontra un cambio di direzione, con l’acquisizione di una certa consapevolezza sulle potenzialità qualitative del vino, come ci conferma Filippo Ferrari: «C’è stato un cambio di senso di responsabilità, in virtù di un premio ricevuto dalla rivista Decanter».

Scirus 2006 (50% Cabernet Sauvignon, 50% Merlot)

Di un bel granato, ha un attacco fumé e dolce, con note di torrefazione, balsamiche e di erbe aromatiche essiccate, cui fanno seguito spezie dolci, prugna essiccata e sentori carnosi. Equilibrato e dinamico, grazie alla freschezza e alla sapidità, pecca un po’ nella chiusura, nella quale esprime un tannino leggermente secco e asciugante.

Scirus 2007 (70% Cabernet Sauvignon, 30% Merlot, Petit Verdot e Malbec)

Annata di esordio di Petit Verdot e Malbec, il 2007 si presenta con un colore profondo e impenetrabile ed è molto intenso all’approccio olfattivo: potente, con sentori di albicocca, tostature balsamiche ed eucalipto e con un crescendo del profumo verso il fruttato e la liquirizia. Si conferma potente anche in bocca, con tannini elegantissimi e una muscolatura retta da un’ossatura solida di grande estratto. Molto buono e mascolino, probabilmente anche grazie al rinnovo delle barriques, fornite da nuove tonnelleries.

Scirus 2008 (70% Cabernet Sauvignon, 30% Merlot, Petit Verdot e Malbec)

Qui il granato è scuro e l’approccio olfattivo è intenso, con grande pulizia e rigorosità, in un mix di caffè, cioccolato e pepe. Puntuale ed equilibrato al gusto, ha un ingresso ricco di frutto, un bel tannino integrato e un finale caldo e confetturato molto piacevole.

Scirus 2013 (70% Cabernet Sauvignon, 30% Merlot, Petit Verdot e Malbec)

Granato di buona intensità, al naso si mostra più sottile ed elegante, con una femminilità olfattiva delineata dal floreale e dall’amarena, accompagnata da spezie dolci. In bocca il tannino è verticale, un po’ ossuto e sapido, e in chiusura torna sull’amarena, insieme a viola e liquirizia. Per la netta impressione astringente, il vino appare assai giovane e scalpitante.

Scirus 2014 (80% Cabernet Sauvignon, 20% Merlot e Petit Verdot)

Di media massa colorante, è sottile al naso, con mix di piccoli frutti di bosco e timbro balsamico, dando l’impressione di una dimensione più aerea del vino. Anche in bocca entra sottile, con una certa sinuosità che lo rende molto essenziale nei tratti gustativi, per chiudere poi con frutta sotto spirito e liquirizia.

Scirus 2016 (70% Cabernet Sauvignon, 30% Merlot, Petit Verdot e Malbec)

Il colore è un noir profondo e il profumo è grandioso, sia nel frutto nero che nella speziatura, con riverberi tostati e balsamicità. In bocca è pieno e conferma una gustosa fruttosità, con un tannino davvero ottimo. In chiusura torna una decisa nota fruttata, che bilancia una speziatura molto pulita: un vino ricco e molto buono già da ora.