Stile, capacità e lungimiranza sono i tre pilastri fondanti dell’ambizioso progetto di Rocca di Frassinello. Questa importante realtà maremmana (si trova a Giuncarico Scalo, nel comune di Gavorrano) è nata nei primi anni del secolo dall’incontro tra la capacità imprenditoriale di Paolo Panerai, lo stile rigoroso del Barone Eric de Rothschild e l’estro visionario di Renzo Piano, che insieme hanno creato, dal nulla, un’azienda dal respiro internazionale ma ben ancorata all’imprinting del terroir toscano.
Durante una recente visita con la delegazione AIS Firenze, ho potuto osservare e toccare con mano questo progetto, partendo dalla doverosa chiacchierata con l’agronomo tra i filari, apprendendo l’origine morenica di questo territorio e la sua grande capacità drenante (grazie a suoli argillosi ricchi di scheletro), che – insieme alla bassa frequenza delle precipitazioni – creano un habitat ideale per la viticoltura di qualità. Nelle sue parole c’è tutta la passione che anima questa realtà, tesa all’ostinata ricerca dell’eccellenza, a partire da un minuzioso lavoro in vigna per l’abbassamento delle rese e la valorizzazione aromatica di ogni vitigno.
Le curatissime vigne (80 ettari) si snodano intorno alla maestosa cantina, ideata e progettata da Renzo Piano al centro di uno spettacolare anfiteatro naturale (disegnato dalle colline circostanti), che trova la sua massima espressione nell’ampia terrazza panoramica e nella sua orgogliosa torre, dalla quale si gode la visione spettacolare della tenuta e che, come il campanile di una chiesa, fa da punto di riferimento per tutti gli oltre 600 ettari di proprietà.
Scortati dall’enologo Massimo Casagrande, ripercorriamo tutte le tappe della produzione, partendo proprio dalla terrazza, dalla quale le uve diraspate passano per gravità nella tinaia sottostante, dove – in grandi tini di acciaio e cemento – vengono svolte tutte le fermentazioni, che precedono l’elevage in piccole botti francesi nella suggestiva barriccaia. Questo ampio spazio (4.500 mq) rapisce la mia attenzione non soltanto per la particolare ed elegante forma ad anfiteatro, ma soprattutto per l’abilità ingegneristica, perché si tratta della barriccaia senza colonne più grande del mondo!
Prima di approcciare la verticale del Rocca di Frassinello, ci soffermiamo nel piccolo museo interno (nato per i molti manufatti etruschi ritrovati in una necropoli nei boschi intorno alla rocca), nel quale mi sento attirato in un’atmosfera didattica e culturale che mi fa entrare ancor più in empatia con questa terra e le sue antiche origini.
Una luminosa stanza – con le pareti vetrate e al centro un lungo tavolo fitto di calici – ci attende per cominciare (finalmente!) la suggestiva verticale del vino più rappresentativo dell’azienda, il Maremma Toscana DOC Rocca di Frassinello, composto da Sangiovese (60%), Cabernet Sauvignon (20%) e Merlot (20%).
Vendemmia 2012
Colore rosso granato di una certa trasparenza, che si muove consistente all’interno del calice. Frutto di un’annata decisamente calda, al naso è intenso e ricco, con un carattere caldo e balsamico, molto concentrato, per lasciare poi spazio ad amarena matura, ferro, sottobosco e pepe verde. In bocca entra molto succoso e saporito, con un bel grip tannico che si interrompe a centro bocca, grazie ad una rinfrescante esplosione balsamica di menta, che lo accompagna fino al lungo finale tra cannella e vaniglia. Un vino raffinato, che, grazie alla sua eleganza, riesce a contenere il calore e l’opulenza dei vini di Maremma, risultando scorrevole e setoso e invitandomi con estrema piacevolezza al sorso successivo.
Vendemmia 2013
Il colore è più vivace della 2012 e appare di un bel rosso rubino tendente al granato. Al naso manifesta un ventaglio di profumi in continua evoluzione, che, inizialmente, mette in risalto la centralità fruttata di visciole e amarene, con tocchi ematici e lievi sbuffi di violetta di campo. Successivamente si fa largo la macchia mediterranea, descritta da alloro e rosmarino, e quindi il marchio balsamico tra menta e canfora, finendo su spunti di vaniglia e cioccolato fondente. In bocca entra elegante e scorrevole, con un bel tannino centrato e qualche ricordo chinato, per esplodere poi a centro bocca con una rinfrescante nota mentolata, che mi accompagna fino al lungo finale sapido e succoso, misto tra gelé di frutta e torrefazione. Un’annata importante, che al momento rivela un vino slanciato e dal lungo avvenire.
Vendemmia 2014
Il colore è più rubino che granato, e – vista l’annata molto piovosa – un po’ più diluito dei precedenti. Al naso, le note chinate mi parlano di un vino austero e ancora un po’ chiuso, manifestando anche una scarsa intensità. In bocca rimane coerente, alleggerendo la sua struttura e l’impronta calorica. Un vino cerebrale, di cui va intuita la timidezza del momento e di cui va immaginata la capacità di crescita nel futuro affinamento in bottiglia.
Vendemmia 2015
Il colore è uno squillante rosso rubino scuro, che mi invoglia fin da subito a cercare un approccio olfattivo, che mi rivela tanta polposità e tanta voglia di essere molto comunicativo fin da subito. I profumi – ciliegia matura, violetta, rosa rossa, chiodi di garofano e sbuffi mentolati – risultano nitidi e ben marcati, offrendomi una stimolante panoramica sul potenziale di questa annata speciale. In bocca è comprensibilmente sbilanciato sulle durezze, mettendo in evidenza un tannino ricco e astringente, che viene ammorbidito dalla suadente speziatura di chiodi di garofano e cannella.
Una verticale emozionante e istruttiva, che ha messo in luce l’eleganza e il rigore che contraddistinguono lo stile di questa joint-venture italo-francese, che con mano sapiente riesce ad unire la grazia e la signorilità dei vitigni francesi alla rusticità e alla freschezza del Sangiovese toscano, creando un prodotto finale di grande qualità e piacevolezza