Siamo sulla Costa Toscana, nella Val di Cecina, a Riparbella, una decina di km a nord di Bolgheri, nell’areale di pertinenza della DOC Montescudaio. Qui la famiglia Nuti coltivava vigne e produceva vino fin dall’inizio del ‘900. E in vigna c’era Sangiovese, come dappertutto, del resto. Ma fu grazie all’impresa principale di famiglia, quella degli scassi preparatori a nuove coltivazioni, che avvenne la trasformazione del vicino vigneto bolgherese; questo fortuito primo incontro con i vitigni internazionali innescò una svolta anche nella loro produzione vinicola. Il cambiamento prese le mosse nel 1990, quando Luca Nuti, fresco di laurea in agraria, entrò nell’azienda agricola di famiglia e quasi subito iniziò a imbottigliare proprie etichette, invece di continuare a vendere il vino sfuso.

Luca decise di piantare anche nuove vigne, dalle quali, di lì a poco, nascerà proprio il loro vino di punta, La Regola, che oggi compie 20 anni. L’azienda è cresciuta passo dopo passo, facendo tesoro delle varie esperienze, senza un disegno iniziale premeditato. L’estensione delle vigne è pian piano aumentata, via via che si scopriva la potenzialità del territorio, nel rispetto della tradizionee della natura, secondo quei princìpi cardine che Podere La Regola non ha mai dimenticato.

Flavio e Luca Nuti in Vigna
Flavio e Luca Nuti

Oggi al timone di Podere La Regola sono i fratelli Luca e Flavio Nuti: il primo continua a occuparsi dei vigneti e delle attività in cantina, il secondo della comunicazione e del marketing. Dal 2015 si sono convertiti al biologico e hanno trasferito le operazioni in una nuova cantina, moderna ma perfettamente inserita nel contesto paesaggistico, che vuole essere un progetto di valorizzazione territoriale a tutto tondo. Oltre ad avere uno spazio polivalente per ospitare eventi al primo piano, anche la stessa barricaia interrata è una vera e propria installazione artistica, con affreschi che continuano in una proiezione luminosa e sono integrati da una musica a bassa frequenza in sottofondo. L’opera rappresenta una visione onirica dell’artista, che si rifà agli Etruschi, a Keplero, a un’umanità che nasce e rinasce.

Barricaia Ambiente
Affresco e installazione permanente nella barricaia, a cura del Maestro Stefano Tonelli

In realtà non è stato mai abbandonato il Sangiovese, testimonianza di un passato di cui essere orgogliosi, e che infatti troviamo in una delle svariate etichette che compongono la gamma aziendale, ottenuta dai 20 ettari coltivati (l’obiettivo è di portarli a 30).

Anche il logo aziendale è un riferimento al passato: è un simbolo etrusco, perché gli Etruschi furono i primi coltivatori di vigna in questa zona, come testimoniano i resti di un insediamento proprio nel luogo dove sorge la nuova cantina.

Podere La Regola, cantina
Tini in cemento impiegati per la fermentazione de La Regola

La vinificazione è svolta senza ricorso a lieviti selezionati e con l’uso di sole pompe peristaltiche per lo spostamento del mosto e del vino. La cantina – spaziosa, funzionale e anche ecosostenibile – prevede la fermentazione in tini di cemento per i vini più importanti, fatti con vitigni internazionali, mentre si usano tini in acciaio per i bianchi e per i rossi più semplici. Secondo Luca Rettondini, a cui dal 2013 è affidata la conduzione enologica, il cemento naturale aiuta la macerazione perché “respira” e la forma tronco-piramidale è ideale per un’estrazione fenolica delicata dalle uve nere, con rimontaggi soffici, avendo in mente l’obiettivo di ricercare l’eleganza, più che la potenza.

La gamma in produzione spazia dalla tradizione del Vin Santo toscano (fuori dalle denominazioni storiche e quindi imbottigliato come Passito IGT) fino a un originalissimo spumante ottenuto col Metodo Classico a partire dal vitigno Gros Manseng. Fra i bianchi spicca il Lauro, un vino strutturato e longevo a base di Viognier, mentre, per quanto riguarda i rossi, abbiamo partecipato alla verticale celebrativa del ventennale del vino che porta il nome dell’azienda, La Regola, che dal 2015 è Cabernet Franc in purezza. Ma la gamma dei rossi comprende anche un Merlot di grande levatura, lo Strido, e un Sangiovese, il Beloro.