Il Domaine Durieu venne creato nel 1976 da Paul Durieu a Chateauneuf du Pape, oggi tramandato ai figli Vincent e Froncois; attualmente esteso a 37 ettari nel basso Rodano. La prima cosa voglio sottolineare è lo stile dei suoi vini. Oggi in questo Domaine siamo davanti ad un Rodano Meridionale moderno, niente legno ma acciaio e cemento, si punta sul sorso e sul terreno. Questi vini risultano tutti molto fini al naso, molto mono o bidimensionali, concreti, il bouquet aromatico di frutta e fiori parla di freschezza e croccantezza, delineati e fusi insieme.

Il sorso è un capitolo a sé in quanto è il vero protagonista di questi vini, il tannino fruttato è maturo e presente ma che non frena la beva anzi, insieme ad il finale minerale dona persistenza ed aromaticità; gli ingressi sono esplosivi e fruttati. Sul Village, appellazione che indica una zona ed un terreno più importanti rispetto alla denominazione generica, e sul Chateauneuf du Pape, troviamo al sorso tanta materia, ma sempre grande beva, una massa elegante. Infatti per questo motivo li individuo come vini gastronomici. Qui siamo di fronte alle fantasie più edonistiche di ogni sommelier di un ristorante gourmet; lo studio del piatto è il vero intrattenimento, per bilanciare un piatto non untuoso ma complesso, alla francese.

Il terreno al centro

Con questa filosofia di vinificazione mirata al rispetto di terreno e maturazione dell’uva, il terreno gioca secondo me il ruolo più importante; infatti le caratteristiche del terreno hanno un transfer diretto sul calice, come didattica insegna. In sintesi, siccome sappiamo che a Chateauneuf c’è un mosaico incredibile di terroir diversi, nei suoli più fini e sabbiosi i bianchi, la zona argillo-calcarea più fresca troviamo il village con la sua massa; per finire nel migliore suolo con ciottoli con ossido di ferro i grandi rossi, il connubio tra frutto e finezza. L’alberello come tecnica di allevamento e le rese molto basse, una pianta produce da 0.5kg a 1kg di uva, aiutano a concentrare la massa e portare a maturazione fenolica gli acini.

Chateauneuf du Pape Lucile Avril Blanc 2022

Vibrante alla vista, olfattivamente molto fine aprendo con un floreale bianco e pesca bianca con finale iodato e di timo. Al palato è caldo e suadente, apre abbastanza inteso ma il movimento è ampio e tangibile, finale acido sapido di media struttura riporta un tocco tropicale e di erba aromatica come il timo. Un vino mediterraneo per struttura e descrittori. Assolutamente da abbinamento gastronomico come un risotto ai frutti di mare.

Côtes du Rhône Village Plan de Dieu Henri Durieu 2022

Le vigne si trovano a Plan de Dieu, per i puristi uno dei migliori cru per il Grenache noir, dove arriva a perfetta maturazione fenolica portando molta massa e profumi fruttati croccanti. Naso e sorso sono simbiotici, grande grande frutto rosso , speziatura di pepe nero, un tocco di vermouth. Vino pieno e strutturato, ingresso indomabile con una esplosione di ciliegia e marasca freschi, tannino fruttato non importante quantitativamente; finale fresco e sapido. Anche qui, abbinamento non da piatti succulenti o grassi, ma complessi, come una piccione al forno in salsa di frutti rossi.

Châteauneuf du Pape Lucile Avril 2020

Nel classico terroir di Chateauneuf, sabbioso ricco di minerali con i ciottoli ricchi di ossido di ferro in superfice, portati qui dal nord del Rodano dall’erosione di entrambi i fianchi della vallata, un mix tra massiccio centrale ed Alpi. Rese basse? 25 ettolitri per ettaro… Il terreno cambia e si vede nel frutto, che diventa scuro e nero, mantenendo croccantezza e stile, tipiche del Grenache noir che in questo vino pesa l’80%. Rimangono all’olfatto le tre dimensioni stilistiche, il grande frutto nero, note iodate e leggermente speziate quasi piccanti di pepe. Il sorso è dinamico e croccante, rispettando l’ingresso esplosivo di more e duroni; continua caldo ed inteso, molto persistente. Un mix tra suadenza e croccantezza. Abbinamento ideale con un Brasato di manzo.