Dal primo momento in cui ho messo piede in terra sarda, sono rimasta affascinata dalla quantità di vini e soprattutto di vitigni a me sconosciuti e che aspettavano solo di essere scoperti, degustati e soprattutto abbinati. È così che, due anni fa, ho cominciato a studiare la storia e il patrimonio ampelografico della Sardegna, che non ha niente da invidiare a quello di altre regioni d’Italia, maggiormente valorizzate. Non a caso anche il famoso enologo Giacomo Tachis nel suo libro “Sapere di Vino” ha dedicato un intero capitolo a questa terra magica, ricca di tradizioni e storia. Ho scoperto così il Nasco, il Nuragus, la Granazza, fra i vitigni a bacca bianca, il Bovale, il Cagnulari, il Carignano fra i vitigni a bacca rossa, e la lista è ancora lunga. Uno dei vitigni che però ancora non ero riuscita a degustare, per la sua rarità e il suo basso utilizzo era il “PASCALE”. Dall’origine incerta, si pensa possa essere dello stesso ceppo del “Giacomino della Toscana”. È  un vitigno vigoroso che viene utilizzato sia in purezza che in assemblaggio. Finalmente poco tempo fa, la mia enoteca di fiducia, è riuscita a farmi avere un vino ottenuto al 100% con questa uva, e quale occasione migliore se non l’otto marzo, giorno della festa della donna, per degustare questo vino della Cantina Dettori, che porta il nome proprio di “Ottomarzo”. Ci troviamo nella zona della Romangia “luogo dorato” fra Sassari e Castelsardo, dove la famiglia Dettori da inizio 900’ produce vini autentici e territoriali. Prima azienda ad aver imbottigliato il Pascale in purezza. Annata 2020, il vino si presenta di un colore rubino brillante con riflessi granati. Al naso è potente, la frutta arriva per prima ed è una ciliegia sotto spirito, e poi ancora una speziatura pungente, un pepe nero, una radice di liquirizia, il rabarbaro. La bocca riflette tutto quello che mi aspettavo alla vista e all’olfatto; un vino maturo, rotondo e fine, con una spiccata alcolicità e una robustezza importante. Ancora la ciliegia e il pepe nero, ma anche una nota quasi ematica e ferrosa. Vino importante e corposo, risultato di un attento lavoro e di una vinificazione in cemento per preservare i profumi originari. Una nuova scoperta nel panorama sardo, come la stessa azienda sostiene, questo è Ottomarzo, solitario protagonista di un vitigno quasi dimenticato!