Un avvicendamento fra generazioni nella conduzione aziendale ha determinato un restyling della comunicazione e della proposta enologica della cantina Pagani de Marchi. Dal 2019 Matteo Pagani, figlio di Pia Pagani de Marchi, ha preso le redini della cantina, ha cambiato non solo l’immagine, ma ha anche ridefinito l’offerta commerciale, adottando una filosofia produttiva rinnovata al passo con i tempi.

Ci troviamo a Casale Marittimo, piccolo comune collinare in provincia di Pisa, che all’inizio degli anni ’70 la famiglia svizzera Pagani de Marchi aveva scelto come propria residenza estiva, acquistando il podere di Casa Nocera. Fu solo dopo quasi 30 anni, in seguito al successo della vicina Bolgheri (solo 6 km a sud in linea d’aria), che Pia Pagani de Marchi decise di intraprendere l’attività di vinificazione. Dovette non solo costruire una cantina (compito affidato al fratello architetto), ma anche creare vigneti, perché in tutto il comune di Casale Marittimo, e nemmeno nei suoi 8 ettari di proprietà, c’era un solo filare di viti. Chiamò Michele Satta come consulente enologico e la prima vendemmia utile arrivò nel 2001 dai vigneti piantati 4 anni prima.

Lo scasso del terreno portò alla luce quella che è stata scoperta essere una vera necropoli etrusca. Oggi all’interno della proprietà vi è un sito archeologico protetto dalla Sovrintendenza ai Beni Archeologici. Gli Etruschi sono stati l’ispirazione del logo aziendale, dell’immagine delle etichette e del nome dei vini fin dall’inizio. La tomba etrusca del “Principe Guerriero” in particolare fu l’ispirazione di un Sangiovese, etichettato Montescudaio DOC, che per anni è stato un punto di riferimento della denominazione.

I risultati furono incoraggianti al punto da provocare una crescita, seppur a piccoli passi, negli anni successivi. Dopo aver vinificato Cabernet, Merlot e Sangiovese in purezza per due anni, dal 2003 si crearono anche assemblaggi.  Si piantarono nuovi vigneti; nel 2010 si aggiunse il vermentino. Dal 2009 l’azienda lavora in regime biologico.

Nel 2019 Matteo Pagani focalizza la strategia produttiva con uno stile di vinificazione attuale, poco invasivo, teso a creare vini eleganti e di facile approccio, abbandonando l’idea della concentrazione e della super-estrazione degli esordi. A Michele Satta è seguito Attilio Pagli come consulente esterno. I vini di Pagani de Marchi contribuiscono senza ombra di dubbio al fascino e al potenziale enologico della Costa Toscana.

La produzione consiste in 35 mila bottiglie l’anno a partire da 6,5 ha di vigneto. Il Merlot si trova in prevalenza in molte etichette, fino a ricorrere in purezza nel vino di punta. Ad eccezione del bianco, si preferisce non aggiungere lieviti selezionati per la fermentazione alcolica. Il legno è usato con parsimonia e si è iniziato a utilizzare anche l’anfora di terracotta per la nuova edizione del Principe Guerriero. Proprio questo vino, che è stato l’alfiere della cantina, oggi ha cambiato completamente volto, abbandonando il Sangiovese. È invece un assemblaggio di Merlot e Cabernet vinificati in anfora. La scelta di puntare sui vitigni internazionali è coerente con la consapevolezza del territorio della Costa Toscana. La vinificazione in anfora è un legame col passato (… gli Etruschi …), ma anche una scelta moderna di purezza e leggerezza. Vino riuscitissimo, ricco di fascino e potenziale evolutivo in bottilgia.

Vini Pagani de Marchi

Il Sangiovese in realtà non è sparito, ma viene utilizzato per il rosso Montaleo, vino moderno e sbarazzino, frutto di una vinificazione in solo acciaio. Olmata è invece il blend di Merlot, Cabernet e Sangiovese con affinamento in barrique, un vino confortevole. Infine, Casa Nocera è il Merlot in purezza, 2000 bottiglie soltanto, di qualità straordinaria, che si allontana dal cliché del Merlot marmellatoso made in Tuscany, ma ricorda piuttosto la freschezza dei vini della sponda destra di Bordeaux.

GLI ASSAGGI

La degustazione risale al 1 febbraio 2023.

BLUMEA (COSTA TOSCANA IGT) 2021
Vermentino 100%, vinificato in acciaio.

Ha profumi intensi, floreali e mentolati; gusto equilibrato e preciso con una nota sapida in evidenza.

MONTESCUDAIO ROSSO MONTALEO 2020
Sangiovese 70%, Cabernet 15%, Merlot 15%. Solo acciaio.

Trasmette un’idea di purezza aromatica, ha tratti fioriti e fruttati, che ricordano la violetta, il ribes nero, e nel finale di bocca anche il pompelmo rosa; ha tannini setosi, struttura agile e facile beva.

PRINCIPE GUERRIERO (COSTA TOSCANA IGT) 2020
Merlot 60%, Cabernet 40%. Vinificato in anfora

Al naso è una melodia di fragola, mora, lampone, macchia mediterranea ed ha anche un tocco speziato. Il sorso è armonioso; tannini setosi rafforzano il centro bocca e spingono il vino in lunghezza insieme a una giusta acidità, facendo emergere il suo carattere fruttato croccante.

OLMATA (TOSCANA IGT) 2018
Merlot 50%, Cabernet 30%, Sangiovese 20%. Un anno di maturazione in barrique usate.

Ha tratti balsamici evidenti e il frutto risulta evoluto e fuso con ricordi speziati e torrefatti. È morbido al palato grazie a tannini perfettamente maturi, un’adeguata acidità ne agevola la beva facendo risaltare il finale speziato e fruttato.

CASA NOCERA (TOSCANA IGT) 2017
Merlot 100%, 18 mesi di maturazione in barrique.

Porpora scuro. Ha un impatto floreale all’olfatto e si apre con ampiezza: ha variegate espressioni fruttate, dal mirtillo all’albicocca, ricorda bacche di sambuco, cioccolata fondente, cardamomo, fino ad accenni di sottobosco. Al gusto è soave con tannini sottili, vibra grazie a una tensione fresco-sapida inaspettata e si allunga nel finale balsamico.